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È la prima volta che i cambiamenti della società sfuggono completamente al controllo della politica. L’innovazione si sviluppa lontano dai Parlamenti, i nuovi protagonisti sono troppo potenti e globali per essere affrontati da piccoli Stati. Uber liberalizza il trasporto pubblico, Spotify regala musica invece di venderla, AirBnB vanifica i tentativi degli albergatori di fare cartello, Facebook e Google iniziano a comportarsi come Stati del web, gli utenti sono i loro cittadini. Oggi gli utili si fanno conquistando miliardi di consumatori a cui migliorare la vita offrendo prodotti e servizi quasi gratis. Ma non di solo profitto si tratta: mentre i governi tagliano su welfare e investimenti, i nuovi modelli di business hanno reso conveniente per i privati cercare di risolvere alcuni grandi problemi del mondo. Allora la politica è diventata inutile? Forse sì, almeno nella forma in cui l’abbiamo conosciuta finora. E non è detto che sia una cattiva notizia. Se le scelte collettive, quelle dei governi, sono sempre meno rilevanti, cresce il preso delle scelte individuali. In questi anni difficili abbiamo quindi due possibilità: continuare a lamentarci dei politici che non ci aiutano, aspettando che le cose cambino e arrivi “la ripresa”. Oppure prendere atto delle enormi opportunità che la fine della politica tradizionale sta aprendo e provare a sfruttarle, prendendo in mano il nostro destino.
Dall’editore
I libri per approfondire il mondo che ci circonda, conoscere la storia e rimanere aggiornati sull’attualità. Saggi scritti da alcuni dei nomi più importanti della politica, del giornalismo, delle scienze, da leggere per arricchire il proprio sapere personale e coltivare la curiosità.
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Prezzo
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Editore : Rizzoli; Prima edizione (3 settembre 2015)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 201 pagine
ISBN-10 : 8817081922
ISBN-13 : 978-8817081924
Peso articolo : 260 g
Dimensioni : 13 x 1 x 20 cm
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Imprescindibile
Può essere utile riportare subito l’assunto del libro, ben sintetizzato da Stefano Feltri in queste righe:«(…) la politica si sta rivelando inutile perché non riesce più a rispondere ai bisogni fondamentali delle persone che, in estrema sintesi, possiamo riassumere nell’avere un lavoro e uno stile di vita dignitoso. (…) questa politica non riesce più a incidere, a far ripartire la crescita economica e a mettere in condizione i cittadini di affrontare i cambiamenti profondi portati dalla tecnologia senza esserne travolti. Dobbiamo quindi rassegnarci ad andare incontro al nostro destino?»Ciò che ruota dentro e attorno alla tesi sopra riportata, in circa duecento pagine del libro, è un’analisi precisa, documentata, piacevole anche per lo stile scorrevole con cui è condotta: che calamita l’attenzione come si stesse leggendo un ‘thriller’, per la quantità di informazioni, registrate con puntualità e occhio accattivante, su dove sta andando il mondo, e per la riflessione ampia e su più fronti, che cerca di essere equilibrata e ‘oggettiva’, sui problemi che il nuovo secolo ci ha buttato addosso.L’esame, proprio perché onesto, non nasconde il messaggio dell’autore che in alcuni punti sembra trasparire in filigrana, ma in altri emerge con nettezza e drasticità : un messaggio che ‘punge’, ed è forse anche notevolmente ‘disturbante’, per chi ha ancora testa e pancia nel Novecento e fatica a riorientarsi nella baraonda della nuova epoca. L’invito, in forma qui da me condensata, appare drastico: se la politica è morta, ognuno si impegni per conto suo, responsabilizzandosi per la vita che vuole vivere; la tecnologia, già oggi e ancor più domani, è l’unico strumento chiave con cui ognuno può ottenere ciò che dalla politica, ormai impotente e incapace di fare scelte vere e di grande respiro per il bene di tutti, non può più attendersi. In sostanza, è la vittoria della responsabilizzazione dell’individuo in quanto tale ed è la fine dello sforzo, individuale ma solidale, di provare a tracciare e realizzare dei destini collettivi.Una posizione non nuova, quella del richiamo ‘al fai-da-te’, individualistico e frammentato. Ma qui la proposta, anche se avanzata con convinzione, non mi pare ‘venduta’ come sicura panacea, né mi pare veicolata in versione beotamente ottimistica: manca l’inno a quell’orgoglio neoliberista che molti continuano a credere possa salvare il mondo. E del resto mancano i tamburi che esaltino questa visione anche perché la conclusione cui l’autore giunge vuole essere la logica conseguenza di una raccolta di dati e fatti, valutati come inesorabili e commentati con (tentata) freddezza e (riuscita) problematicità . Sono i numerosi esempi concreti presi dal mercato, o i pensieri citati di molti studiosi interessati a capire la complessità e i trend del presente (economisti, politologi, sociologi), che pongono la questione e supportano l’ipotesi di questa soluzione.Naturalmente, chi come me ha qualche ‘nostalgia’, non solo dovuta all’età , per una visione, pur riveduta e aggiornata ma comunque sempre ‘politica’ del mondo e della società , oltre a provare nella lettura qualche irritazione, qua e là , per qualche eccesso di sicurezza, mantiene in campo dubbi e perplessità . Del resto, se siamo ‘ancora’ in un ‘thriller’ in divenire, il finale ovviamente non possiamo conoscerlo: anche perché dipenderà molto da come noi attori ci muoveremo.Comunque l’utilità di questo saggio ‘intelligente’ di Feltri mi sembra evidente: costringe anche chi non è nuovo alla (auto)interrogazione su questi temi, a ‘ri-pensarli’ una volta di più, confrontandosi con un punto di vista che non si può facilmente gettar via con una scrollata di spalle: perché, nonostante una soggettività ineliminabile (la realtà , anche quando si fotografa, si interpreta), ‘dentro’ questa soggettività ci senti, specie nell’analisi, un nocciolo di verità ineliminabile.Una verità con la minuscola, com’è ovvio: ma una verità .
Esistono giornalisti italiani che conoscono il presente
Nel desolante quadro del giornalismo italiano Stefano Feltri si distingue ancora una volta per la sua preparazione e per la conoscenza dei grandi temi del presente. Non metto le 5 stelle solo perchè trovo il libro leggermente incompiuto nella fase propositiva (dire che il singolo debba studiare non risolve le questioni sociali complessive che pure il libro ben analizza). Sicuramente uno dei libri da leggere per capire dove ci troviamo e dove stiamo andando come Paese.
buon aanalisi
Ho apprezzato l’approccio di analisi “diverso” ma alla fine continuiamo a leggere libri di critica e non di proposte.Credo di essere in linea con molri Italiani ad averne piene le tasche….
Una visione critica della politica
Il libro offre una visione critica sulla politica contemporanea. L’autore sostiene che i politici spesso agiscono per i propri interessi anziché per il bene comune. Invita i lettori a una maggiore partecipazione civica e a prendere in mano il proprio destino anziché affidarsi completamente alla politica. Il libro offre una prospettiva interessante, sebbene alcuni possano trovarlo troppo pessimista e semplificato.
Un’opera che va ben oltre le aspettative del titolo che dovrebbe essere letta da tutti coloro che vogliono migliorare il mondo
Se vogliamo cambiare il mondo oggi lo possiamo fare ma dobbiamo volerlo veramente, essere creativi e darci da fare. Non serve lamentarsi né affidarsi a governi con sempre meno poteri e incapaci di utilizzare quelli di cui dispongono per conseguire obiettivi efficaci e durevoli. Ormai se lo vogliono, gli europei, per citare un esempio riportato nel libro, potrebbero salvare la Grecia dal tracollo anche contro il parere della Troika o di tutti i governi del mondo, che hanno meno gradi di libertà di un qualsiasi cittadino. Potrebbe essere questo il messaggio di questo libro. Pensavo fosse un pamphlet polemico e invece è un analisi accurata e ben documentata dello stato del fare politica oggi. Non conoscevo l’autore. Temevo fosse il figlio di papà (Vittorio) Feltri e, invece, ho scoperto un giornalista-economista in grado di fare sintesi credibili e comprensibili della situazione economica e finanziaria del mondo e dell’Europa e di giudicare, con l’occhio dell’entomologo, la politica, i politici, i governi senza le sovrastrutture, i condizionamenti e i pregiudizi di molti presunti politologi/giornalisti italiani. Pur essendo informato quanto l’autore su molti degli argomenti trattati, è la capacità di rappresentare in modo originale scenari del presente, che non risultano così evidenti, e nel costruire scenari del futuro credibili, che mi ha gradevolmente portato a divorare il libro. Ottime le citazioni, la ricchissima bibliografia piena di golosi link, le note, persino l’indice. Lo rileggerò, tra una settimana, per studiare in modo approfondito alcuni capitoli che mi sono particolarmente piaciuti.
Poveri noi
Interessante. Propone dei ragionamenti anche alternativi che sono sempre un ottimo spunto per allargare la propria visione pur non essendone – eventualmente – d’accordo. Autore chiaro e lineare nella linea espositiva. Lo consiglio
Illuminante
Un aiuto per cercare di pensare al futuro senza piangere, un consiglio per non arrendersi con il bicchiere mezzo pieno in mano
La politica non serve a niente
Ho trovato questo libro molto interessante in quanto tocca molteplici tematiche e lo fa senza mai annoiare il lettore.Davvero un bel libro! Consigliato!