Product Description
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Il tredicesimo libro di Amélie Nothomb è un’autentica, singolare, eccentrica, pirotecnica, toccante autobiografia. Episodi a volte buffi e commoventi, a volte drammatici, che tratteggiano gli anni del nomadismo familiare in paesi esotici, al seguito del padre diplomatico: Giappone, Cina, Bangladesh… I problemi di rapporto con se stessa e con gli altri… Il tutto consumato in una divorante fame di vita e di esperienze.
Editore : Voland; 1° edizione (1 gennaio 2005)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 146 pagine
ISBN-10 : 8888700420
ISBN-13 : 978-8888700427
Peso articolo : 240 g
Dimensioni : 20 x 1.6 x 14.2 cm
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Basta il nome
Amélie Nothomb è un’autrice imprescindibile dei nostri tempi. Con “Biografia della fame” ci regala un altro capolavoro, che si inserisce tra i suoi libri più spiccatamente autobiografici, raccontando del peregrinare infantile al seguito della famiglia in Giappone, Cina, New York, Bangladesh, e della proverbiale fame di vita della piccola Amélie.
Recensione a cura della pagina instagram Pagine_e_inchiostro
Biografia della fame è un romanzo autobiografico che ripercorre i primi tredici anni della vita della Nothomb.Da Tokyo a Pechino, fino a New York e poi al Bangladesh, la Nothomb ripercorre gli spostamenti geografici che hanno segnato la sua giovane vita, rincorrendo culture ed esperienze differenti.Viene trattato il tema della famiglia, del lavoro del padre come diplomatico, del rapporto simbiotico con la sorella Juliette. Ma non solo: si tratta di un libro molto intimo, in cui la scrittrice mette a nudo le proprie fragilità , il rapporto con il proprio corpo e la fame divorante che la perseguita fin dall’infanzia.La sua fame di cibo si fa metafora di un altro tipo di fame: si tratta di una fame dell’anima, di un vorace bisogno d’amore e di conoscenza.Segnata dai traumi dello stupro subito a dodici anni, questa fame interiore si riflette ben presto sul suo corpo. La Nothomb inizia ad odiare le proprie sembianze e la fame diventa uno strumento di mortificazione verso se stessa. Il controllo della fame diventa potere. E potere significa forza.Si tratta di un memoir feroce e potente, che parla di autosabotaggio, ma anche di una pace ritrovata, alla fine.Non è esattamente il libro che mi sarei aspettata, in quanto pensavo che vertesse sul disturbo alimentare dell’anoressia in senso stretto. La Nothomb invece parla di questa problematica con uno stile più sottile e metaforico, ampliando il raggio delle tematiche trattate ed esponendosi sotto una lente di ingrandimento su vari fronti.La sua stravaganza l’ha resa ancora una volta del tutto imprevedibile.
100% Nothomb
In questo memoir Amelie Nothomb fa una ri-narrazione parziale di temi già trattati in altri libri. Quello che altri autori, i più probabilmente, avrebbero scritto in un unico lunghissimo libro, AN lo spezzetta in tanti romanzi brevi. La particolarità che giustifica il ripetuto esborso è che ogni volta adotta un punto di vista diverso, così se in Metafisica dei tubi parla della primissima infanzia precorrendo l’interesse per gli alimenti, in particolare quelli dolci, in Sabotaggio d’amore parla delle guerre tra bambini nel ghetto cinese usango un registro grottescamente marziale, etc…In questo Biografia della fame gli anni dell’infanzia e della prima adolescenza vengono rievocato col filtro della fame. Fame di cibo che si fa metafora di altro tipo di fame, di conoscenza, di consapevolezza di sè, di amore. Insomma fame di vivere. Il tema della fame viene trattato narrativamente parlando così bene che secondo me dovrebbero suggerire la lettura di questo libro agli studenti di psicologia che affrontano i disturbi del comportamento alimentare. Laddove il DSM taglia con l’accetta e categorizza, la prosa di AN trova modo e spazio per le sfumature.Gli eventi della prima età adulta, appena accennati, vengono poi ripresi e ampliati in Nè di Eva nè di Adamo e Stupore e tremori (il mio preferito).100% Nothomb, dunque, anche nel finale frettoloso, che è l’unico motivo per cui non posso dare 5 stelle.