il caso
Mezzogiorno, 5 maggio 2022 – 19:42
Si moltiplicano le reazioni per la superaffluenza che ha messo in ginocchio l’emergenza del più grande ospedale del Mezzogiorno. Salvini interroga il ministro Speranza, Patriarca il governatore campano. Triassi (Federico II): noi nella rete dei pronto soccorsi
di Marco Santoro
Da settimane il pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli, il più importante della Campania, è alle prese con una crisi legata alla superaffluenza – in media 180-200 ingressi al giorno – e all’inadeguatezza dell’organico. Ora 25 dei 43 medici del reparto, sostenuti dalla Cgil, minacciano di andarsene: e il direttore generale del Cardarelli, Giuseppe Longo, giudica «corretto» il loro grido d’allarme. «Il problema del funzionamento dei pronto soccorsi è strutturale, e non si risolve aprendone di nuovi. Bisogna fare funzionare la medicina territoriale, evitando che vadano tutti al pronto soccorso del Cardarelli» commenta oggi il governatore Vincenzo De Luca.
La posizione della Cgil
«L’azione che stiamo portando avanti al fianco dei medici del pronto soccorso del Cardarelli è a favore delle persone, perché trovino un miglior funzionamento di quel reparto» giustifica il sindacalista Giuseppe Visone, sintetizzando la battaglia che la Cgil Sanità a Napoli ha promosso sul sovraffollamento del pronto soccorso, con la presentazione di lettere di pre-dimissioni di 25 medici sui 43 in servizio nel reparto. «In un’epoca complicata da tanti problemi sul territorio di Napoli, come la mancanza di medici sul 118 – spiega Visone -, la gente ha un bisogno di salute enorme che va soddisfatto. Ricordiamoci anche che viviamo in una pandemia e dobbiamo far funzionare al meglio le strutture. Ma sappiamo anche che bisogna cambiare il modello culturale della sanità per far funzionare meglio le cose. Chi ha responsabilità deve cambiarlo, partendo da un punto importante, che il pronto soccorso e gli altri reparti dell’ospedale devono lavorare insieme. Perché esiste il diritto del paziente – conclude il sindacalista – ma anche il diritto degli operatori che spesso hanno condizioni di lavoro non dignitose, e che ti portano alla disperazione».
Le reazioni delle opposizioni a De Luca
Annarita Patriarca, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Campania, annunciando una interrogazione sulla questione. «Esiste non solo un problema di super lavoro a carico dei medici del pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli, alle prese con centinaia di accessi al giorno, ma esiste ed è sottovalutata anche una criticità legata al riconoscimento economico del loro servizio», dice l’esponente di opposizione in consiglio regionale. «Grazie a Matteo Salvini per essere prontamente intervenuto chiedendo un’interrogazione al ministro della Salute Speranza sulla situazione disastrosa dell’ospedale Cardarelli. La sanità campana gestita da De Luca e i suoi non è degna di un Paese civile» scrive invece sui propri canali social Severino Nappi, consigliere regionale e coordinatore della città metropolitana di Napoli della Lega. «In questa battaglia di civiltà, la Lega – Salvini Premier è, e sarà sempre, dalla parte dei cittadini!», conclude. Finanche l’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, dice la sua sulla vicenda: «A Napoli ora ci vorrebbe un intervento di tipo sanitario» scrive su Facebook l’ex coordinatore della campagna vaccinale in Lombardia Guido Bertolaso in merito alle immagini dell’affollamento del pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli. «Mi chiedo – aggiunge – cosa si direbbe se quello che accade al Cardarelli accadesse in Lombardia. Evidentemente non tutti i presidenti di Regione sono uguali».
Triassi: policlinico Federico II nella rete dei pronto soccorsi
«Quanto sta accadendo al Cardarelli ci dimostra ancora una volta come sia opportuno che nel prossimo protocollo d’intesa il policlinico Federico II sia parte integrante dei pronto soccorsi. Mi auguro che questo possa accadere al più presto, con un piano assunzioni adeguato alle sfide della sanità del prossimo futuro» è invece la posizione autorevole di Maria Triassi, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II, intervenuta sul tema a margine della “Surgery Week” in programma sino a domani (6 maggio 2022) organizzata dal dipartimento di Sanità Pubblica presieduto dal professor Francesco Corcione. Iniziata il 2 maggio, la Surgery Week 2022 è una vera e propria full immersion a 360 gradi sulla chirurgia mininvasiva per formarsi e aggiornarsi sulle tecniche all’avanguardia che contraddistinguono questa branca. Questo, grazie a un parterre di docenti che consta dei più prestigiosi nomi della chirurgia internazionale con specialisti provenienti da tutta Europa, ma anche grazie alla modalità scelta per lo svolgimento della “cinque giorni”. Questa prevede infatti – oltre alla discussione e al confronto sulle innovazioni riguardanti la chirurgia mininvasiva, laparoscopica e robotica – la possibilità per gli specialisti partecipanti di assistere in diretta ad alcuni interventi di chirurgici mininvasiva che verranno trasmessi e proiettati in tempo reale all’interno dell’aula.
Surgery week, Corcione: chirurgia mininvasiva giusto approccio
«Abbiamo scelto questo approccio perché lo riteniamo altamente formativo – spiega il presidente del corso, Francesco Corcione – in quanto poter assistere agli interventi consente di apprendere in maniera specifica e realistica i dettagli e le tecniche di un’operazione chirurgica di questo tipo. Tecniche che – precisa il professore – negli ultimi anni hanno compiuto passi da gigante, soprattutto nel campo della chirurgia mininvasiva rettale e gastrica. Durante la settimana affronteremo con particolare attenzione anche il tema della gestione delle eventuali complicanze. Non dobbiamo dimenticare infatti che pur trattandosi di tecniche mininvasive, che riducono sicuramente i postumi per il paziente, siamo comunque di fronte a interventi chirurgici, che come tali richiedono competenze specifiche e aggiornate per affrontare al meglio le sequele e le eventuali criticità che potrebbero presentarsi». A sottolineare l’importanza dell’evento è anche la presidentessa della Scuola di Medicina e Chirurgia: «Iniziative come questa rappresentano una testimonianza dell’eccellenza formativa offerta dalla Scuola di Medicina. La nostra istituzione vuole testimoniare con i fatti che la erogazione di una formazione di eccellenza non può prescindere da una attività assistenziale qualitativamente e quantitativamente di alto livello, in linea con la tendenza nazionale, che chiederà sempre di più alle grandi strutture ospedaliere di orientarsi presso le due grandi direttrici dell’emergenza e dell’alta specialità, destinando al territorio la bassa/media complessità. Puntare e investire sulla valorizzazione delle Scuole di Medicina, con annessi Policlinici Universitari – conclude infine Triassi – vuol dire costruire la sanità del futuro attraverso una formazione di qualità dei professionisti, che dovranno esserne i protagonisti».
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5 maggio 2022 | 19:42
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