sanita’
Mezzogiorno, 8 maggio 2022 – 07:45
Napoli, i medici bocciano la proposta di attivare il pronto soccorso all’ospedale Monaldi
di Angelo Agrippa
Il ministro della Salute Roberto Speranza promette che niente più sarà come prima e che ora con l’arrivo di nuove risorse per arruolare nuovo personale sanitario sarà mitigato il forte impatto degli accessi nei Pronto soccorso, a partire dal Cardarelli. «È un problema che viene da lontano — ha riferito il ministro a Sky Tg24 — e che ha a che fare in primis con l’insufficiente finanziamento del nostro servizio sanitario nazionale. Le difficoltà che vediamo, purtroppo, sono figlie di una stagione in cui non c’è stato — ha osservato — questo livello di programmazione e di attenzione. Ed in qualche modo il conto è ancora abbastanza salato, ma nei prossimi anni registreremo un’inversione, grazie al potenziamento del personale, la cui programmazione fatta in questi due anni consentirà il loro ingresso nel servizio sanitario». Intanto ieri pomeriggio nel Pronto soccorso del Cardarelli si è attenuata parecchio la presenza di pazienti: «Abbiamo registrato — riferiscono dal reparto — 62 accessi nel primo pomeriggio. Questo grazie anche al trasferimento di pazienti che è proseguito: due sono stati accompagnati al San Giovanni Bosco, 3 al Policlinico della Federico II, 2 al Loreto Mare e 1 al Cotugno».
I medici ospedalieri
Ma ciò che ancora manca, di fondo, è un’idea chiara sul prossimo futuro: da una parte i policlinici universitari non sarebbero contrari ad attivare i dipartimenti dell’emergenza/urgenza. Anzi, la presidente della scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II, Maria Triassi, ha ribadito la volontà di giungere presto ad un’intesa con la Regione per riprendere il discorso. Il presidente della giunta Vincenzo De Luca, invece, preferisce che sia il Monaldi ad attivare il Pronto soccorso. Ma su questo punto l’Anaao — il sindacato dei medici ospedalieri — oppone un netto rifiuto: «Non basta ripetere a mezzo stampa che il modello sanitario in Campania è il primo in Italia, bisogna renderlo reale — attacca in una nota Luigi Bencivenga, medico e iscritto all’Anaao Assomed dell’Azienda ospedaliera dei Colli di cui il Monaldi fa parte — La proposta di realizzare un pronto soccorso al Monaldi è inaccettabile — continua — e aggiungerebbe solo caos a un sistema che, come hanno testimoniato i medici dimissionari del Cardarelli, a cui va tutta la mia solidarietà, non funziona. Il Monaldi, struttura di eccellenza, ospedale di III livello ad alta specializzazione per cardiologia e malattie respiratorie, non potrebbe ospitare un Pronto soccorso perché verrebbe snaturato, e soprattutto perché l’attuale organigramma non lo consentirebbe».
«Evitare il sovraccarico»
Bencivenga ricorda che Anaao Assomed da tempo fa presente al presidente De Luca la necessità di investire nella medicina del territorio per evitare il sovraccarico dei pronto soccorso «così come la necessità di assumere personale. Il numero dei medici, così come il loro stipendio, resta inadeguato a fronte delle richieste dei pazienti. Nel 2025 i pensionamenti faranno ulteriormente calare i numeri delle unità in campo». Il sindacato chiede di fermare «la logica del tappa buchi, quella del rincorrere risposte inadeguate alle emergenze che non fanno che creare più danni. Ciò che invece bisognerebbe fare subito è attivare l’ ospedale San Giovanni Bosco e il Loreto mare, potenziare l’ ospedale di Boscotrecase e l’ospedale del Mare, oltre a migliorare la collaborazione dei policlinici».
Il sindacato di base
Intanto,l’Usb —l’Unione sindacale di base — sollecita «un piano assunzionale straordinario e immediato», poiché «la drammatica condizione nella quale versano i Pronto soccorso della città di Napoli non è una sorpresa. A Napoli — aggiunge il sindacato — la chiusura del Loreto Mare e del San Giovanni Bosco, ormai da più di 2 anni dedicati in maniera esclusiva al Covid, ha dirottato la maggior parte della gente sui Pronto soccorso più capienti della città e questo ha costretto quasi 3 milioni di abitanti a rivolgersi, per le urgenze, a tre soli punti di accesso. Medici, infermieri e operatori sanitari sono scesi in piazza a più riprese per denunciare le condizioni di lavoro. Ma invece di aiuto e soluzioni, hanno ricevuto un silenzio assordante. L’ospedale del Mare, al pari del Cardarelli, con i medici che hanno minacciato le dimissioni, sono solo la punta dell’iceberg e rappresentano il non invidiabile emblema di un sistema dell’emergenza-urgenza che faceva acqua ben prima dell’emergenza Covid». A questo va aggiunto che infermieri e operatori socio sanitari «aspettano ancora — conclude l’Usb —l’indennità di Pronto soccorso tanto propagandata dal governo, ma mai erogata, e che il rinnovo del contratto porterà solo aumenti irrisori a fronte di retribuzioni fra le più basse in Europa».
La newsletter del Corriere del Mezzogiorno
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.
8 maggio 2022 | 07:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-05-08 08:07:10 ,
corrieredelmezzogiorno.corriere.it