Ramzan Kadyrov, Viktor Zolotov, Evgeni Prigozhin: ingranaggi rotti e debiti di potere. Il putinismo è il vero problema dei militari russi
Secondo il governo ucraino, l’attacco russo contro la città di Kherson da cui l’esercito di Mosca si è ritirato ha causato almeno un deceduto. Il Cremlino continua a ripetere che nonostante il ritiro, Kherson continua a essere dentro al territorio della Russia, dunque, attaccando la città, avrebbe colpito il suo stesso territorio. Una dissonanza difficile da spiegare ai cittadini rimasti nella parte di Ucraina che Mosca pretende di aver annesso, come è difficile assicurare ai russi che vivono in quella che anche noi definiamo Russia che non ci sarà una seconda ondata di mobilitazione. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov lo ha assicurato di nuovo, ma dopotutto le autorità russe avevano escluso che ci sarebbe stata anche la prima e, invece, il Cremlino ha infranto l’illusione dei suoi cittadini che la guerra potesse rimanere lontana. Il conflitto è sempre più vicino per tutti, russi che non lo sono e che vivono nei territori occupati e russi che si domandano di chi fidarsi: del presidente?, del portavoce del Cremlino?, dell’esercito? Con l’invasione dell’Ucraina il presidente russo Vladimir Putin ha sfatato due miti che avevano accompagnato negli ultimi vent’anni la percezione della Russia all’estero: l’abilità di calcolare e prevedere del presidente stesso e l’efficienza dell’esercito di Mosca. L’esercito russo era considerato il secondo più potente al mondo, dopo quello degli Stati Uniti d’America, e invece è una macchina disfunzionale, un motore vecchio e arrugginito con la tendenza a incepparsi.
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Il Foglio , 2022-11-22 06:00:00 ,
www.ilfoglio.it