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Chevallard: “La cyber security è importante per tutti, ma per i mondi finanziari è essenziale”

Chevallard: “La cyber security è importante per tutti, ma per i mondi finanziari è essenziale”

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«La cyber security è importante per tutti, ma per i mondi finanziari è essenziale». L’amministratore delegato di Tinexta, Pier Andrea Chevallard, racconta una delle principali sfide che le aziende tecnologiche stanno affrontando: rendere «rigorosamente sicura» qualunque operazione o transazione, non solo economica. La strategia è chiara: la sicurezza non è più un elemento collaterale dello sviluppo, ma deve essere intrinseca per rendere possibile la crescita.

Com’è strutturata Tinexta?
«È una società giovane, nata poco più di dieci anni fa, controllata al 56% da Tecno Holding (la finanziaria di alcune Camere di Commercio tra cui Torino, Milano e Roma) ed è una società che nel corso degli anni è cresciuta mediamente a due cifre sia in termini di ricavi sia di marginalità. Oggi è attiva con quattro business unit una delle quali in corso di cessione. Le tre su cui ha deciso di concentrarsi sono l’identità digitale, la seconda è nei servizi per l’innovazione e il marketing con uno sguardo forte al digitale e l’ultima linea di business è proprio la cyber security. Vogliamo costruire uno dei poli nazionali per la cyber security, attività complementare con l’identità digitale per garantire sia la sicurezza digitale sia la sicurezza dell’interlocutore. Abbiamo deciso a fine maggio di cedere a Crif la divisione crediti perché riteniamo che in quel settore non saremmo riusciti a conseguire una posizione di leadership. Tinexta nel 2021 ha ottenuto ricavi per circa 370 milioni e un Ebitda intorno ai 98 milioni. Pur nel momento estremamente depresso che sta attraversando la Borsa, il nostro valore è cresciuto di 7 volte dalla quotazione e dal 7 giugno siamo entrati a far parte di Euronext Tech Leaders, il Nasdaq europeo, con una capitalizzazione intorno al miliardo».

Si combatte fisicamente in Ucraina ma una guerra parallela si sta combattendo anche sulla rete. Cosa sta accadendo alle imprese?
«Nel corso del primo trimestre 2022 c’è stato un numero estremamente significativo di attacchi informatici. Ormai sono una componente stabile della vita di qualsiasi azienda quindi la prevenzione e la strutturazione di sistemi di difesa è sempre più necessaria. Si colpisce indifferenziatamente in tutti i settori. Nel mondo della finanza gli attacchi rischiano di provocare danni rilevanti ma nessuno è al sicuro: i problemi che può provocare un attacco informatico sono elevatissimi in termini di mancata possibilità di operare per giorni. Pericoli che non riguardano solo la finanza ma qualsiasi azienda e pubblica amministrazione. Noi svolgiamo un’attività di simulazione degli attacchi per comprendere quali sono i punti di debolezza dei sistemi delle aziende e predisponiamo le soluzioni più idonee per respingere e applicare le contromisure adatte rispetto agli attacchi in corso. Nel primo semestre del 2022 il 75% degli attacchi finalizzati a scopo di estorsione ha riguardato il settore manifatturiero quindi il problema non è circoscritto al mondo finanziario e riguarda anche le aziende più piccole».

Che differenza c’è fra trusted (certificato) e sicuro?
«La firma digitale ha un elemento fondamentale che è la certezza dell’identità dell’interlocutore e dell’integrità del documento e quindi riduce in modo esponenziale il rischio di essere esposti a una frode. Un documento firmato elettronicamente potrebbe invece essere firmato da chiunque».

Quali cambiamenti vivremo nel mondo del fintech?
«Ci abitueremo a un rapporto diverso rispetto alle varie funzioni: non necessariamente useremo ancora la carta di credito e il bancomat perché stanno evolvendo rapidamente i sistemi di pagamento. Come sta evolvendo in fretta tutto il sistema di erogazione del credito. Questo implicherà investimenti rilevantissimi per garantire la sicurezza».

Qual è il peso della digitalizzazione nell’economia del Nord Ovest?
«Il nostro Paese sul tema della digitalizzazione ha accumulato un discreto ritardo perché gli investimenti non sono stati subito rilevanti come sarebbe stato invece necessario. Il settore pubblico sconta un ritardo ancora più grande perché molto spesso la digitalizzazione non si è accompagnata a una radicale revisione dei processi quindi si sono solo informatizzate le procedure. Nelle imprese del Nord Ovest, invece, il livello di digitalizzazione è importante. Data la piccola dimensione delle aziende gli investimenti soprattutto sulla sicurezza, sono stati più modesti e la rapidità di innovazione non è stata così rapida generando asimmetrie tra le pmi e le grandi aziende ma comunque la crescita è stata importante. Non si può dire che Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta su questo aspetto abbiano accumulato ritardo, anzi. Sono regioni che hanno un’economia vivace e attiva nel digitale».

Qual è la relazione fra l’avanzamento digitale e lo sviluppo del sistema economico e che cosa significa in termini di costi e di sostegno alle imprese?
«Senza digitalizzazione è difficile pensare che ci sia innovazione, non solo nel manifatturiero ma anche nei servizi. C’è una correlazione molto stretta, è ovvio che questo significa un aumento dei costi perché si moltiplicano gli interventi necessari ad aggiornare i processi produttivi. Nel nostro Paese, proprio per favorire questa trasformazione, serve una politica molto attenta al sostegno all’innovazione».

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claudia luise , 2022-07-19 09:51:02 , www.lastampa.it

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