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Cosa pensa Franco di Mps (spiegato da Franco)

Cosa pensa Franco di Mps (spiegato da Franco)

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Rileggere l’ultima audizione del ministro dopo il fallimento dei negoziati con Unicredit

Dopo il fallimento dei negoziati tra il Mef e Unicredit, il governo dovrà trovare una soluzione diversa per il Monte dei Paschi di Siena e molto probabilmente sarà costretto a chiedere una proroga a Bruxelles, visto l’impegno di venderla entro il 31 dicembre del 2021. Pubblichiamo di seguito alcuni stralci dell’audizione che il ministro Daniele Franco ha tenuto lo scorso 4 agosto di fronte alle commissioni Finanza di Camera e Senato, in particolare sull’ipotesi stand-alone e sulle caratteristiche del contesto bancario italiano. 

 


 

Come noto, BMPS è inclusa tra le banche soggette allo stress test, con risultati che occorre tenere attentamente in considerazione. Per quanto riguarda i dati di partenza, il rapporto tra il patrimonio di migliore qualità e le attività ponderate per il rischio (common equity Tier 1 – CET1 ratio fully loaded, cioè ipotizzando la fine dei regimi transitori in essere in materia di disciplina dei coefficienti patrimoniali) si attesta per la Banca al 9,9 % a dicembre 2020. Nello scenario di base – che è caratterizzato da una crescita del PIL significativamente migliore di quella registrata negli scorsi anni – il CET1 ratio scende al 9,3 % alla fine dell’orizzonte triennale. Per il complesso delle banche europee incluse nel campione, il CET1 ratio cresce invece, in media, dal 15,0 del 2020 al 15,8 %. Nello scenario avverso, per BMPS il CET1 ratio passa dal 9,9 % del 2020 a -0,1 % alla fine dell’orizzonte triennale. Per il complesso delle banche il CET1 ratio scende solo dal 15,0 al 10,2 % a fine 2023. 

L’esito dello stress test per BMPS conferma l’esigenza di un rafforzamento strutturale di grande portata. Anche solo riportare i coefficienti patrimoniali della Banca sui valori medi delle banche europee richiederebbe un aumento di capitale ben superiore a quello previsto nel Piano 2021-25. 

Sulla base di tutti gli elementi sopra riassunti, si può concludere che un piano di rafforzamento patrimoniale nel quale BMPS restasse un soggetto autonomo (la cosiddetta ipotesi stand- alone) sarebbe esposto a rischi e incertezze considerevoli e avrebbe seri problemi di competitività. Allo stato attuale, peraltro, non si ravvisano i presupposti e le condizioni per aprire una interlocuzione con la Commissione finalizzata a definire e concordare un piano di questo genere.

 

[…]

Negli ultimi giorni si è discusso molto dell’impatto dell’operazione sui livelli occupazionali e sul marchio. La Banca ha oltre 21mila dipendenti. Il Governo garantirà la massima attenzione alla tutela dei lavoratori, utilizzando gli spazi negoziali e definendo presìdi a sostegno dell’occupazione e del territorio, con una pluralità di strumenti e iniziative. Anche la salvaguardia del marchio rappresenterà una priorità per il Governo. Il marchio BMPS ha un valore non solo storico ma anche commerciale. Proprio per questo, è già contemplato l’obiettivo di valorizzarlo adeguatamente in determinate aree geografiche e per servizi finanziari qualificanti. Potranno inoltre essere considerate, a fianco di questo utilizzo commerciale del marchio, anche iniziative che abbiano significative ricadute positive per il tessuto economico, culturale e sociale del territorio.

[…]

Come già sottolineato, non vi sono in questo momento le condizioni per mettere in discussione l’impegno di dismettere la partecipazione in BMPS. L’avvio dell’interlocuzione con il Gruppo Unicredit, che è l’unico operatore bancario che ha manifestato un interesse, è quindi un’iniziativa doverosa.

 

[…]

Un’operazione di aggregazione sarebbe pienamente motivata sotto il profilo industriale. Il raggiungimento di dimensioni adeguate, il connesso rafforzamento di economie di scala e di scopo, la diversificazione e l’ampliamento delle fonti reddituali, il conseguimento di maggiori livelli di efficienza operativa (riduzione dei costi) e allocativa (selezione degli impieghi) sono tutti elementi suscettibili di essere valorizzati attraverso un percorso comune degli operatori coinvolti, caratterizzati da forti complementarietà. Il presupposto dell’operazione è la dismissione di una partecipazione statale da realizzarsi in un contesto di mercato, in cui le parti nel pieno esercizio della libertà negoziale perseguono l’obiettivo di raggiungere un accordo, a condizioni di mercato, che valorizzi la storia, le attività e le prospettive di posizionamento delle controparti. Vorrei rassicurare che non si tratterà di una svendita di proprietà statali.

[…]

L’industria bancaria soffre da tempo di ridotta redditività e deve fronteggiare sfide molto rilevanti: un contesto di bassi tassi 22 di interesse, il rischio climatico, la digitalizzazione. La creazione di un soggetto bancario più stabile e meglio capitalizzato costituisce la via maestra per operare in un mercato sempre più complesso e digitalizzato

 



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Il Foglio , 2021-10-25 15:36:00 ,

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