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Erdogan mentre cambia nome alla Turchia si mette di traverso nella Nato per ottenere la Siria

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Roma. Nel novembre del 2019, il senatore americano Bob Menendez sintetizzò il problema della Turchia nella Nato con un discorso molto duro: “I nostri alleati più forti dovrebbero essere quelli che condividono i nostri stessi valori”, disse il democratico nel suo intervento al Senato. “Quelli che lavorano con noi per affrontare minacce come la Russia e l’Iran, facendo fronte comune. Sfortunatamente, la Turchia di Erdogan non incarna nessuna di queste cose, e non dovrebbe e non potrebbe essere vista come un alleato”. Aaron Stein, direttore del think tank americano Foreign Policy Research Institute, ha scritto su War on the Rocks che alla base dei dissidi fra l’occidente e Ankara c’è sempre stato un fraintendimento: piuttosto che chiedere a Erdogan l’impossibile – condividere i nostri valori democratici – dovremmo invece “ammettere che le relazioni con Ankara sono transazionali, di interesse, che richiedono un impegno quasi costante per essere gestite”. 

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Il Foglio , 2022-06-04 06:00:00 ,
www.ilfoglio.it

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