«Tutto si decide oggi». Per dirla alla Al Pacino, ora la Fiorentina o risorge «come squadra, o cederà un centimetro alla volta, fino alla disfatta». Oppure, può aprirsi «la strada lottando verso la luce, scalando le pareti dell’inferno». Dopo cinque anni passati laggiù, tra chi lotta per la sopravvivenza e color che son sospesi i viola, oggi, possono tornare a riveder le stelle. È stato un cammino lungo, tormentato, «ogni maledetta domenica» a combattere contro gli avversari e, spesso, contro se stessi e soltanto stasera, dopo aver affrontato il nemico più nemico di tutti, si saprà se ne sarà valsa la pena. Benvenuti a Fiorentina-Juventus. Una partita speciale, da sempre, ma stavolta di più. Perché in ballo non c’è (solo) la vittoria contro i rivali di sempre. Si gioca per l’Europa, e scusate se è poco.
Certo. Forse sarebbe stato meglio evitare l’ennesima, terribile sofferenza ma chi tifa viola lo sa. È una specie di condanna. Un destino beffardo che però rende infinitamente più bella ogni minima soddisfazione. E così, dopo aver sprecato il primo match point cadendo (malamente) in abitazione della Sampdoria, Biraghi e compagni ci riprovano. «Basta» vincere, per centrare l’obiettivo. Altrimenti, toccherà attaccarsi alla radiolina, e aspettare buone notizie da Bergamo dove, l’Atalanta, ospita l’Empoli. Punto a punto, fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata, giocandosi tutto proprio contro la Juventus. Avessero voluto farci un film probabilmente non sarebbero riusciti a scrivere un finale così ma evidentemente, come ha detto Vincenzo Italiano nei giorni scorsi, «era destino che sarebbe dovuta andare così». E allora meglio non pensare alle occasione sprecate, ai (tanti) punti persi per strada, alle quattro sconfitte nelle ultime cinque partite di campionato. Meglio lasciarsi tutto alle spalle e pensare soltanto a questi 90’ da brivido. Anche per questo ieri, d’accordo con i giocatori, la società ed il mister hanno deciso di annullare la classica conferenza stampa della vigilia. Un modo, ha fatto sapere il club, per restare focalizzati esclusivamente sulla preparazione della gara, lasciando perdere qualsiasi altro discorso.
In compenso, dagli Usa, è tornato a farsi sentire il presidente. Lo ha fatto con una telefonata al gruppo, nella quale ha voluto prima di tutto complimentarsi con tutti per il percorso fatto fino ad oggi ricordando ai suoi ragazzi le imprese contro Milan, Atalanta, Napoli, Roma. Come dire: si può fare, anche contro la Juve. Carico, e di buon umore. Così viene descritto Rocco Commisso. Tanto da averlo sentito scherzare sulle proprie condizioni di salute (per le quali ha comunque rassicurato tutti) chiedendo, per evitargli un infarto, di evitare un’altra prestazione come quella di Marassi. «Forza ragazzi, per quest’ultima fatica e per raggiungere l’Europa», ha poi concluso. Squadra, dirigenza, città. Tutti uniti, per realizzare il sogno. Saranno circa 35 mila, al Franchi, pronti a colorarlo di viola per l’ennesimo spettacolo da ricordare e a spingere come mai prima.
Sul campo, toccherà a loro. Agli undici (più quelli che entreranno) che Italiano sceglierà per provare, finalmente, a battere i bianconeri. L’idea è quella di puntare sui soliti noti anche se, rispetto alle ultime uscite, qualcosa potrebbe cambiare. In difesa per esempio si dovrebbe rivedere Odriozola, recuperato dopo un periodo difficile, mentre Amrabat sembra in netto vantaggio su Torreira (apparso in evidente difficoltà a Genova) per completare il centrocampo con Bonaventura e Duncan. In attacco, invece, fiducia ancora a Cabral. Con lui Nico Gonzalez (intoccabile) ed uno tra Saponara e Ikoné con l’italiano che, stavolta, sembra aver qualche chances in più. Sarà un gioco di centimetri. «Sono dappertutto, ad ogni minuto, ad ogni secondo — dice ancora Al Pacino in quel mitico film — e il totale farà la differenza tra la vittoria, e la sconfitta. La differenza tra vivere, e morire».
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21 maggio 2022 | 01:16
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