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Guerra Ucraina Russia, un anno dopo: i decessi, le storie e i numeri della tragedia

Guerra Ucraina Russia, un anno dopo: i decessi, le storie e i numeri della tragedia

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Prigozhin, ascesa e declino del capo di Wagner e un network globale di società tra oro, diamanti e armi

di Jacopo Iacoboni

Nel decreto del Tesoro americano che sanziona il Gruppo Wagner come “organizzazione terrorista”, e le società di Prigozhin per una serie di reati internazionali, si legge che “il personale di Wagner si è impegnato in uno schema continuo di gravi attività criminali, tra cui esecuzioni di massa, stupri, rapimenti di minori e abusi fisici”. In tutto questo anno l’ascesa e (forse) il declino del ideatore, Evgheny Prigozhin, sono state uno degli elementi più inquietanti e controversi di tutta la guerra di Putin in Ucraina. Per una serie di ragioni e una escalation politica e propagandistica che qui proviamo a raccontare, alla luce di diverse conversazioni con ex mercenari, ufficiali di intelligence occidentali, fonti in vario modo a conoscenza del dossier-Prigozhin.

Quando, nella notte di un anno fa, il 23 febbraio del 2022, Putin diede l’ordine di attaccare su Kyiv, ufficialmente il Gruppo Wagner ancora non esisteva. Esisteva in realtà da otto anni. Dal 2014 della prima invasione in Ucraina, ma Prigozhin lo negava, e faceva causa a chi – come Bellingcat e altri giornalisti – sosteneva che lui ne era il ideatore. Una delle tante cose che sono cambiate quest’anno è che Prigozhin, tra il 28 e il 30 settembre del 2022, ha prima confessato – anzi, si è vantato – di aver fondato e gestito il Gruppo Wagner, e dopo ha rivendicato sarcasticamente di aver interferito, eccome, nelle elezioni americane. Cosa per cui furono inseriti in un atto d’accusa americano lui e la sua infame “troll factory” di San Pietroburgo. Cos’era successo per cambiare così?

Mariupol
Mariupol, 19 gennaio 2022. Una pattuglia sulle alture che si affacciano sul Mar d’Azov, a Shyrokyne (Foto di Roberto Travan)

Nata nella massima segretezza, l’avventura di capo mercenario di Prigozhin (che nel 2014, ha rivelato il Guardian, disse sprezzante ai dirigenti della Difesa russa “Gli ordini vengono da Papà”, riferito a Putin), macchiatasi di ogni genere di crimini in Ucraina orientale in Siria, in CentroAfrica, nell’anno della guerra in Ucraina è diventata ultra pubblica per volontà stessa di Prigozhin. Una escalation auto-propagandistica che ha fatto chiedere a molti osservatori: dove vuole arrivare l’ex “chef di Putin”, l’uomo che gli serviva le cene nel suo ristorante di San Pietroburgo, e che da giovane s’era già fatto una condanna a dodici anni per aggressione e strangolamento di alcune donne, a scopo di rapina?

Il 14 settembre 2022 Prigozhin si è fatto filmare in un video mentre recluta detenuti russi nelle carceri e gli fa questo discorsetto: «Vi prelevo vivi. Non sempre vi riporto vivi. Chi viene a combattere in Ucraina, compresi gli stupratori, sarà libero al ritorno. I disertori saranno fucilati. Avete 5 minuti per decidere». Il 17 settembre cominciano a esser fotografati in giro i volantini di reclutamento in Wagner, addirittura con la sua faccia, e lo slogan “Diventa parte dell’élite che difende gli interessi della Russia”. Il 22 settembre Prigozhin continua a far diffondere – dai canali telegram a lui vicini – video che lo ritraggono nelle vesti di comandante in capo, mentre incontra i suoi comandanti alle 3 del mattino. Comincia a sbeffeggiare e irridere l’alto comando russo, in particolare il ministro della Difesa Shoigu, “generale di cartone”, e il generale Gerasimov. Il 26 dicembre i mercenari di Wagner si spingono a chiamare “pezzo di merda” e “finocchio” il capo di stato maggiore del Ministero della Difesa russo. “Sei un pezzo di merda … dove sono le granate? Non abbiamo più granate qui [a Bakhmut]”. Prigozhin prima spiega di non aver “nulla da ridire su questo video”, avallando in sostanza l’attacco a Gerasimov. Poi va al fronte e si fa filmare in un video assieme a quegli stessi mercenari.

È lì che, forse, Prigozhin si monta la testa e si perde. E al Cremlino qualcuno comincia a mugugnare pesantemente. Il comandante in capo, Vladimir Putin, lo difende e lo elogia come “altamente professionale”, almeno formalmente, anche nella riunione del “blocco di potere” politico-militare di venerdì 10 febbraio. Forse lo usa scientemente contro la Difesa, per tener loro il fiato sul collo, con la tecnica putiniana del divide et impera. Ma tra la fine del 2022 e gennaio di quest’anno parte da Mosca un evidente ridimensionamento dell’oligarca-mercenario. Prigozhin inizialmente non capisce. Il 29 dicembre dopo aver dato del “frocio” al capo di stato maggiore del Ministero della Difesa, liquida le previsioni di Medvedev per il 2023 come “fantasie erotiche”. Li sfotte, come se fosse un candidato politico ormai, e non un mero tool nelle mani di Putin. La prima botta gli arriva però l’11 gennaio: Shoigu annuncia la nomina di Gerasimov a Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Congiunte in Ucraina (cioè responsabile della guerra), e retrocede il “macellaio” Surovikin, che in questi mesi è stat sospettato di aver tenuto bordone a Prigozhin e al terzo leader del partito degli ultra-falchi, il ceceno Ramzan Kadyrov.

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Donbass, 15 marzo 2022. Un cecchino ucraino durante una pausa dei combattimenti (Foto di Roberto Travan)

Secondo diversi canali telegram wagneriani (da “Secret Cancellery” a Grey Zone) la Difesa emana un decalogo a febbraio per i talk show e i blogger militari russi, in cui ordina di “abbandonare completamente la menzione di PMC “Wagner” e il suo capo Evgeny Prigozhin». E poi: «In tutti i materiali sull’argomento, utilizzare la dicitura “squadre d’assalto”, “volontari delle squadre d’assalto”, “paracadutisti russi”, “unità aviotrasportate”, “marines russi”, “unità di fanteria marina”, “artiglieria e aviazione del sud Distretto militare (SMD)”, “Raggruppamento congiunto di truppe (forze) (OGV)”, “truppe russe”, “Forze armate della Federazione Russa” e così via». Infine, «non citare le dichiarazioni di Evgheny Prigozhin sulla situazione nell’area dell’operazione militare speciale sul territorio dell’Ucraina nei media e sulle piattaforme Internet», e «ignorare il tema del reclutamento di prigionieri e della loro successiva partecipazione all’operazione militare speciale nei media e su Internet».

Eppure, parallela all’impennata e poi allo stop delle ambizioni politiche di Prigozhin, c’è stata poi la crescita esponenziale die suoi affari. Non solo in un anno di guerra le società di catering si sono arricchite, hanno ricevuto contratti governativi per una somma record di quasi 100 miliardi di rubli. Lui sta espandendo le sue proprietà sfruttando i campi militari, e ottenendo diversi ettari di terreno e decine di proprietà nella periferia di Mosca. Il figlio, il ventiquattrenne Pavel, ha avviato fiorenti business e è proprietario del centro d’affari di Sinop (solo il terreno nudo sotto l’edificio ha un valore di oltre 1,2 miliardi di rubli – 15 milioni di euro). Ma soprattutto, Wagner, gli affari di Wagner, i soldi sporchi di Wagner. Oro. Diamanti. Porti (e aeroporti) africani e risorse minerarie. Non una semplice banda mercenaria, ma una vera e propria società per affari.

Mentre (nel febbraio 2023), Prigozhin annuncia la cessazione del reclutamento di mercenari nelle prigioni, Wagner non è già più solo una società di mercenari, ma un network globale per affari nei teatri sporchi. Che vede legate – secondo i documenti Usa – altre società con sedi tra Russia, Africa, Cina.  La Joint Stock Company Terra Tech (Terra Tech), un’azienda tecnologica con sede in Russia che fornisce immagini spaziali acquisite da satelliti attivi in commercio, nonché immagini aeree acquisite da sistemi senza pilota. La “Changsha Tianyi Space Science and Technology Research Institute Co. LTD”, una società con sede nella Repubblica Popolare Cinese (RPC) che ha fornito immagini satellitari radar sull’Ucraina, raccolte e usate per consentire le operazioni di combattimento Wagner in Ucraina. La Kratol Aviation (Kratol), una società di aviazione con sede negli Emirati Arabi Uniti, che fornisce a Wagner aerei per spostare personale e attrezzature tra la RCA, la Libia e il Mali.

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Odessa, 25 marzo 2022. Civili riempiono sacchi di sabbia per proteggere i monumenti della città colpita dai missili russi (Foto di Roberto Travan)

Wagner ha usato entità controllate dal Gruppo – per esempio la “Officer’s Union for International Security e Sewa Security Services” – per fornire una parvenza di legittimità alla presenza di personale di Wagner nella Repubblica Centrafricana, facendoli apparire come “istruttori”. Oppure la Sewa, “Security Services (Sewa)”, una società di sicurezza con sede nella RCA che fornisce protezione ad alti funzionari del governo di quella repubblica africana. Prigozhin, ha rivelato il Financial Times, ha usato altre società ancora, per esempio una denominata RN Trading, per aggirare le sanzioni. Per esempio facendo volare, nell’aprile 2022, un cargo che ufficialmente portava 28.000 chili di biscotti di pan di zenzero russi, da San Pietroburgo a Khartoum. Gli Stati Uniti ritengono tutto ciò una copertura all’interno di affari di Prigozhin, che ormai dirige una multinazionale mineraria che va dalle operazioni di estrazione di oro e diamanti in Centroafrica, al petrolio e legname in Siria, Sudan e Repubblica Centrafricana. Già nel 2020 Washington aveva sanzionato la “Meroe Gold”, un’impresa sudanese di estrazione dell’oro, secondo gli Stati Uniti “posseduta e controllata” da Prigozhin, che la usava nel contempo come “copertura per le forze Wagner che operano in Sudan”. Secondo i documenti americani, un network di società di Prigozhin operava non solo per pagare i suoi avvocati a Londra, ma anche per aggirare le sanzioni su una serie di beni necessari al Gruppo Wagner – specialmente dal porto di Douala, Camerun. Meroe For Agricultural & Animal Production. Astrea (con un direttore russo legato al regime di Assad).

Samantha de Bendern, collaboratrice del Programma Russia e Eurasia di Chatham House, ha spiegato: “Ho parlato, in via ufficiosa, con un ex ufficiale del KGB e con un oligarca russo, i quali sostengono entrambi che Prigozhin è intenzionalmente pubblicizzato come uno spauracchio, da presentare al pubblico russo che fantastica su un cambio di regime. L’avvertimento è chiaro: se Putin se ne va, le cose potrebbero andare peggio”. Christo Grozev di Bellingcat, commentando il video di reclutamento nelle prigioni, scrisse. «I Wagneriti mi dicono che voterebbero per lui piuttosto che per Putin in qualsiasi momento, e mi sembra che lui senta l’odore del sangue». Bisogna solo vedere il sangue di chi, a questo punto della storia.

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, 2023-02-24 00:00:00 ,
www.lastampa.it

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