I ragazzi d’Iran protestano con le ragazze e le proteggono. E’ un paese nuovo
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A Teheran gli uomini ora sono solidali con le donne. I fratelli, gli amici, i padri e i mariti scendono in piazza contro la polizia morale, credendo che tacere sia un crimine intollerabile
Milano. A Teheran, quando cala la sera, gli altoparlanti iniziano a gracchiare musica religiosa per annegare le voci dei manifestanti, ma nessuno ci fa caso, perché è a questo punto che i clacson prendono a strombazzare più a lungo e più forte, e che le macchine si bloccano per offrire copertura alle ragazze. Sono loro le protagoniste di queste struggenti giornate iraniane, giovani donne, a volte poco più che bambine che si fanno largo nella notte, con il capo nudo e il velo tra le dita, a ragione campeggiano sulle prime pagine, ma fianco fianco a queste ragazze camminano coetanei che scandiscono all’unisono il nome di Mahsa Amini, ragazzi che le incoraggiano e le innalzano sulle spalle, ragazzi dentro le automobili e per le strade, ragazzi che si rannicchiano sul pavimento delle università pur di non far passare i bassiji. Senza questi ragazzi che lanciano pietre e fumogeni contro le moto e le camionette della polizia, le ragazze sarebbero molto più sole e queste notti più scure, più lunghe, infinitamente più feroci.
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Tatiana Boutourline , 2022-09-27 06:00:00 ,
www.ilfoglio.it