Il miraggio del “sigillo del drago” sui film di Hong Kong
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Per l’ex colonia britannica, un tempo l’Hollywood dell’estremo oriente, è l’ora delle pellicole vietate: il 2022 è stato l’anno della censura cinematografica
Tra le proteste scoppiate a fine novembre in Cina a causa delle restrizioni da Covid-19, alcuni manifestanti gridavano anche alla libertà cinematografica: “Voglio vedere un film”, urla un giovane in un video che in quei giorni era diventato virale su WeChat. Ora che il Partito comunista cinese ha abbandonato la maggior parte delle misure di controllo della politica Zero Covid però, molti cinesi hanno deciso comunque di non andare al cinema. I dati del botteghino mostrano come il 2022 sia stato un anno pessimo per l’industria cinematografica di Pechino, nonostante le riaperture durante il periodo più remunerativo, quello del capodanno cinese. Il pubblico è stanco dei film patriottici tutti uguali su cui sembra invece puntare Xi Jinping, non vuole semplicemente andare al cinema ma vedere film degni del cinema cinese di quarant’anni fa, quell’età dell’oro che ha raggiunto il suo picco negli anni ’80 e ’90.
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Priscilla Ruggiero , 2023-01-05 06:00:00 ,
www.ilfoglio.it