In Libia picchiata e stuprata, il racconto della sposa bambina salvata dalla Ocean Viking
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Rapita, picchiata e violentata. Più volte. E da molti uomini. A raccontare l’orrore vissuto in Libia è Zainab, una dei 460 naufraghi a bordo di Ocean Viking. Quattro giorni fa, insieme ai suoi figli e con altre 56 persone, è stata soccorsa dal team di Sos Mediterranee.
In mare, su una carretta malconcia, aveva trascorso tre giorni prima di essere intercettata dalla nave umanitaria e condotta a bordo. «Non volevo venire in Europa, ma dovevo fuggire dalla violenza», spiega. Sul corpo i segni delle torture come molti dei naufraghi a bordo dell’Ocean Viking.
«In Libia sono stata rapita con i miei figli e violentata da molti uomini. Ci hanno picchiati, ci sbattevano la testa contro il muro», dice ora che il sogno di una nuova vita in Europa è più vicino. Sposa bambina, Zainab: «Sono stata costretta a sposarmi con un uomo di 40 anni quando ne avevo 16», racconta e ai soccorritori spiega come quel matrimonio si sia presto trasformato nell’ennesimo incubo.
«Mi bruciava con le sigarette e abusava di me». Mentre i naufraghi attendono un porto sicuro di sbarco, sei di loro hanno lasciato ieri la nave. A bordo di una motovedetta della Guardia costiera hanno raggiunto Lampedusa. Si tratta di due donne, la cui gravidanza era a rischio e che in elisoccorso sono state trasferite dal Poliambulatorio dell’isola a Palermo, le loro sorelle e due bimbi, tra cui una neonata di appena tre settimane di vita. Tanti i casi medici a bordo.
«Soccorsi dopo giorni sotto il sole, senza cibo né acqua – spiegano da bordo -, sono disidratati, presentano ustioni da carburante, gravi ferite e infezioni non curate e segni fisici e psicologici delle violenze e delle torture subite nei campi di detenzione libici».
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, 2022-08-30 16:50:35 ,