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«La strategia non è un nostro punto debole»- Corriere.it

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di Andrea Sereni

Il team principal della Rossa fa un bilancio stagionale: «Abbiamo preso decisioni giuste nel momento in cui sono state prese: a volte si sono rivelate sfortunate, non sbagliate». Sainz «in crescita», sul porpoising «non mi aspetto cambi di regolamento»

«Ho una grande squadra che si occupa della strategia e non credo sia un nostro punto debole». Mattia Binotto, team principal della Ferrari, difende la sua scuderia, il lavoro degli strateghi, chi ha preso decisioni costate carissimo a Sainz e (soprattutto) Leclerc nelle ultime gare. «Non si può essere perfetti e non lo saremo mai — continua Binotto —. Non ho dubbi sulla necessità di fare sempre dei passi avanti, dobbiamo migliorarci sull’aerodinamica, sul telaio, sulla power unit, sulla strategia e tutti gli aspetti possibili». Insomma, le scelte controverse sono una componente come le altre da perfezionare. «Gare come Monaco, Silverstone o Paul Ricard sono state giudicate problematiche su questo fronte (quello della strategia), ma io non vedo il gruppo come un problema, perché credo che abbiamo anche preso decisioni giuste».

Binotto torna a parlare di alcune mosse, ad esempio nell’ultimo Gp a Budapest, che hanno fatto prendere il largo nel Mondiale a Verstappen e alla Red Bull: «Non sono convinto che quello che abbiamo fatto fosse sbagliato, credo che abbiamo preso quelle che erano le decisioni giuste nel momento in cui sono state prese, e a volte si sono rivelate sfortunate, non sbagliate — spiega Binotto in una lunga intervista a Motorsport.com —. E se guardiamo all’operato del nostro team di strategia, a volte hanno fatto anche grandi cose, migliori degli avversari».

Ecco, quali? Risponde Binotto: «In Austria avevamo la strategia giusta, al contrario dei nostri avversari, così come in Francia prima dell’errore di Charles. Al Paul Ricard abbiamo avuto il coraggio di portare due set di medie in gara, e per fare una scelta di questo tipo non devi essere solo bravo, ma anche coraggioso». Insomma, guardiamo il bicchiere mezzo pieno. «Nel complesso abbiamo una buona squadra. Potremmo ricominciare a discutere, ancora una volta, di Monaco, Silverstone e Paul Ricard: dal mio punto di vista credo siano state decisioni difficili, forse sfortunate, ma non sempre sbagliate. Quindi non credo che sia una nostra debolezza in questo momento».

Binotto difende anche la scelta di non richiamare ai box Leclerc durante il Gp di Inghilterra, mentre tutti gli altri in regime di Safety Car montavano gomme nuove: «Se a Silverstone Charles fosse entrato ai box, Hamilton probabilmente sarebbe restato in pista con gomme comunque fresche, come sarebbe finita la gara? Non lo so. Tutti credono di poter in qualche modo discutere ciò che abbiamo deciso a Silverstone, ma la realtà è che non avremo mai la risposta».

La crescita della Ferrari è comunque ben visibile: «In Formula 1 non esiste la bacchetta magica. Quello che stiamo ottenendo in questa stagione è il risultato di un percorso iniziato molto tempo fa, precisamente nel 2017. Un costante lavoro di crescita che ha coinvolto l’organizzazione, le competenze, la metodologia, gli strumenti e le risorse, dal simulatore alla galleria del vento ed altro ancora». Il bilancio per la Rossa, insomma, è positivo: «Il nostro obiettivo era tornare ad essere competitivi, ed essere tali per l’intera stagione. Abbiamo iniziato bene, e finora siamo rimasti competitivi grazie ad un buon lavoro di sviluppo della monoposto. La pressione se si è la Ferrari ci sarà sempre, è qualcosa che non possiamo cambiare perché fa parte di ciò che questo marchio rappresenta in termini di storia, è ovvio che ci siano sempre grandi aspettative. Dobbiamo convivere con la pressione, perché non scomparirà mai. E penso che anche questo aspetto faccia parte della capacità di una squadra, lasciare la pressione all’esterno e restare concentrati».

Sainz è in gran forma, un punto di forza per la Rossa: «Quest’anno ha avuto un inizio di stagione difficile, ma ha studiato e lavorato molto. Adesso ha più confidenza con la macchina, e sta dimostrando di poter essere molto costante e veloce, ma non è una sorpresa per noi, è ciò che ci aspettiamo da lui». Chiusura sul porpoising, i saltelli delle vetture di F1: «Spero che non ci sia alcun cambiamento, non vedo reali ragioni per apportare modifiche al regolamento per motivi di sicurezza, soprattutto se guardiamo le ultime gare. In più cambiassero ora per il 2023 sarebbe un problema non indifferente considerando il periodo dell’anno in cui siamo, ci sarebbe pochissimo tempo per cambiare il concept della nuova monoposto».

8 agosto 2022 (modifica il 8 agosto 2022 | 18:24)

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www.corriere.it

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Andrea Sereni , 2022-08-08 18:25:05 ,

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