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Le risorse in arrivo dall’Europa: sette miliardi per la Campania

Le risorse in arrivo dall’Europa: sette miliardi per la Campania

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Mezzogiorno, 20 luglio 2022 – 10:02

Firmato l’accordo tra la ministra per la Coesione Carfagna e la commissaria Ferreira per la programmazione 2021-2027. «Si tratta della cifra più alta mai assegnata prima»

di Simona Brandolini

Quando si parla di fondi europei si distingue tra quantità e qualità della spesa, oltre che tra capacità e inefficienza. Se è vero che, come lamentano i governatori meridionali, negli anni le risorse arrivate da Bruxelles sono state sostitutive e non aggiuntive, è un dato di fatto, lo testimoniano i dati sui divari ancora esistenti, che le amministrazioni hanno spesso sprecato occasioni oltre che denaro. Anche per questo nel nuovo accordo di partenariato, firmato ieri a Roma dalla ministra per il Sud, Mara Carfagna e dalla commissaria europea Elisa Ferreira, c’è una novità che nasce dalla constatazione che «gli interventi finanziati dalle politiche di coesione hanno sofferto nei cicli di programmazione precedenti di deficit nella capacità di gestione, soprattutto nelle fasi di progettazione ed esecuzione, legati principalmente alle restrizioni normative e alla complessità del quadro regolamentare e procedurale». Per accelerare si corre ai ripari e si stanziano risorse per il personale, per le procedure e la digitalizzazione delle amministrazioni attraverso due strumenti: i Piani di rigenerazione amministrativa (PRigA) e il Piano nazionale Capacità per la Coesione che avrà «come obiettivo il rafforzamento diretto della capacità delle amministrazioni, soprattutto locali, nelle regioni meno sviluppate, in particolare attraverso il reclutamento a tempo determinato».


I soldi

In generale per il ciclo di programmazione 2021-2027 l’Italia potrà contare su 75 miliardi di euro di Fondi europei (da Bruxelles sono 43 i miliardi in arrivo) e cofinanziamento nazionale, 10 miliardi in più rispetto alla precedente programmazione. Alle regioni meridionali sono destinati, solo di risorse Ue, più di 31 miliardi: alla Campania 7. Se si aggiunge la quota di cofinanziamento nazionale si arriva a quota 47 miliardi. «Le politiche di coesione — dice Carfagna — hanno sempre rappresentato un fondamentale strumento di protezione dei cittadini di fronte alle crisi della storia. Oggi queste crisi si moltiplicano». Questo accordo «rappresenta la cornice strategica di riferimento — prosegue — per la programmazione della politica di coesione in Italia per il ciclo 2021-2027. È un atto che orienterà enormi investimenti e risorse da qui al 2027. Si tratta della cifra più alta mai assegnata al nostro Paese. A questi poi vanno aggiunte risorse nazionali per oltre 32,5 miliardi di euro, che sono state incrementate del 6% rispetto al passato. Quindi, tra fondi europei e quota di cofinanziamento nazionale, le risorse per il piano a disposizione del Paese ammontano a 75 miliardi di euro. Sono risorse aggiuntive – ha concluso – rispetto a quelle del Pnrr e a quelle della programmazione del Fondo nazionale per Sviluppo e Coesione».

Risorse ulteriori

La commissaria Ue infatti lo rimarca: «Agli oltre 75 miliardi di risorse Ue e nazionali, si aggiungono i 60 miliardi del Pnrr. Il Pil pro capite è ancora del 75% inferiore rispetto alla media europea. Le regioni del Nord, più evolute, investono in innovazione il doppio rispetto a quelle meno sviluppate. Ma rispetto al Nord Europa, gli investimenti nel Nord Italia sono la metà. Ci vuole dunque uno stimolo alla convergenza tra tutte le regioni». E aggiunge: «Obiettivo è naturalmente consolidare l’istruzione e l’occupazione. Il Sud registra un tasso di abbandono scolastico tra i più alti d’Europa e le percentuali più basse di occupazione femminile. Tutta l’Italia, poi, deve impegnarsi molto per la transizione ecologica e digitale. Siamo lieti che, grazie al contributo della ministra Carfagna, tre quarti delle risorse andranno alle regioni meno sviluppate del Sud. Ora l’Italia viene vista come un esempio da seguire, quindi esorto a seguire questa strada del partenariato». Tra le novità, oltre all’aiuto per accelerare la spesa, anche il Programma dedicato alla salute nelle regioni meno sviluppate e il potenziamento di quello rivolto alle città metropolitane, che si estende anche alle città medie del Sud.

La crisi vista da Bruxelles

Ovviamente la crisi di governo è vista Bruxelles con preoccupazione. «In Europa non ci sono molte persone che abbiano il prestigio e le capacità di Mario Draghi», afferma Ferreira. Netta Carfagna: «Domani sarà chiaro a tutti gli italiani quale è la vera posta in gioco: chi vuole la crisi e chi non la vuole; chi lavora per l’interesse del Paese e chi lavora per il proprio tornaconto personale». A rischio il Pnrr spiega: «Le tempistiche di una crisi di governo e di elezioni anticipate sono incompatibili con il rispetto degli obiettivi del Pnrr. In questi mesi abbiamo lavorato moltissimo per rispettare il cronoprogramma stringente e l’erogazione dei fondi è condizionata dal rispetto. Se ci fosse una crisi, indipendentemente da chi verrà dopo, questi due mesi che serviranno per andare alle elezioni rischierebbero di far saltare gli impegni».

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20 luglio 2022 | 10:02

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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, 2022-07-20 10:03:05 ,
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