L’ex marine Farthing racconta la fuga da Kabul: “Mai detto prima gli animali delle persone. I taleban hanno accoltellato un mio cane”
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Oggi Pen Farthing è al sicuro. Ha potuto riabbracciare la moglie Kaisa, ma tutto quello che ha vissuto, le decisioni prese e le cose che ha visto continuano a perseguitarlo e le racconta in un’intervista rilasciata al DailyMail: «Degli animali che ho portato nel Regno Unito cinque gatti sono morti durante il viaggio, mentre uno dei cani è stato pugnalato da un taleban mentre stavamo passando gli ultimi controlli all’aeroporto» dice l’ex marine della Royal Navy britannica che è riuscito a portare in salvo dall’Afghanistan circa 170 fra cani e gatti del rifugio Nowzad che ha creato anni fa a Kabul. Peggio è andata a Dave, un suo conoscente che gestiva una società di sicurezza a Kabul: mentre si era allontanato per un attimo e ha lasciato i suoi due cani da compagnia allo staff, i taleban son riusciti a prenderli, portarli fuori dall’aeroporto e gli hanno sparato.
Ma grazie al suo coraggio circa 170 animali sono riusciti a raggiungere il Regno Unito. Ma anche al suo arrivo Farthing ha dovuto respingere le accuse di chi dice che i suoi cani e gatti sono pieni di malattie e dovrebbero essere soppressi: «Chiunque lo stia dicendo, sta dicendo un sacco di stronzate – dice l’ex marine ancora una volta senza mezzi termini – . Una delle cose di cui siamo orgogliosi a Nowzadì è che ogni singolo animale è completamente vaccinato per rabbia, parvovirus, cimurro, tosse dei canili, sono trattati per pulci e zecche e sverminati. Sono tutti sterilizzati e i campioni di sangue sonos stati inviati al Defra (Dipartimento dell’ambiente, dell’alimentazione e degli affari rurali n.d.r) per dimostrare di avere gli anticorpi pertinenti per la rabbia».
«Il mio staff mi ha detto: “Devi partire”»
«L’operazione Arca si è conclusa con un parziale successo». Farthing sin dal suo atterraggio a Londra non è mai riuscito a gioire completamente per la sua impresa: in pochi giorni è riuscito a raccogliere oltre 420mila euro per affittare un aereo privato per fuggire dall’inferno dell’Afghanistan, è riuscito a partire nonostante il mancato supporto della politica britannica, ma non è riuscito a portare in salvo il suo staff e le loro famiglie.
«È stato lo staff a prendere la decisione per me di fare un secondo tentativo da solo. Mi hanno detto: “Non restare. Devi portare fuori i cani. I talebani gli spareranno” – racconta Farthing con gli occhi pieni di commozione al DailyMail – . Ho dato loro tre mesi di stipendio e un paio di centinaia di dollari in più. Ho detto loro: “Mettetevi questo in tasca. Ma non spendetelo. Lo rivoglio quando vi vedo in Inghilterra. Questo è il vostro denaro per le emergenze”. Poi sono andato in giro e ho abbracciato ognuno di loro, comprese le ragazze. Tutti erano molto emozionati».
«Non ho mai detto prima gli animali delle persone»
«Ora li abbiamo riportati nei secoli bui. Le mie giovani donne veterinarie – una era il volto del nuovo Afghanistan – dovevano venire a lavorare in burka quando me ne stavo per andare – racconta l’ex marine britannico pieno di rabbi – . Le persone possono dire quello che vogliono di questa missione, ma non c’erano. Non erano là quando ho perso due giovani marine nel 2006 per assicurarmi che i talebani non fossero al potere. Ora abbiamo appena restituito loro l’intero paese»
Farthing torna anche sulle polemiche nate nel suo Paese da chi ha attaccato la sua operazione per portare in salvo gli animali mentre erano migliaia le persone che volevano fuggire dall’inferno dell’Afghanistan: «Tutta questa merda sul mettere gli animali prima delle persone.. non ho mai detto che i miei cani fossero una priorità prima delle persone. Non ho mai detto di essere una priorità – spiega deciso l’ex soldato – . Prendersi cura degli animali non significa non preoccuparsi delle persone, non capisco da dove venga tutto questo. Sono le persone che mi perseguitano. Riesco ancora a vedere due delle mie giovani veterinarie sedute lì a piangere quando siamo tornati a Nowzad dopo il primo tentativo fallito di raggiungere l’aeroporto. Questo è ciò che non smetterà mai di suonare come un loop nella mia mente finché non li tirerò fuori da quell’inferno».
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FULVIO CERUTTI , 2021-09-03 06:00:00 ,