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Librai a Napoli? Sì, ma indipendenti

Librai a Napoli? Sì, ma indipendenti

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Mezzogiorno, 7 ottobre 2022 – 22:44

Quattro sigle consorziate sotto l’etichetta di LIRe. Per dimostrare che c’ un’altra via praticabile (e forse fruttuosa)

di Alessio Forgione

Come si pu leggere appena si accede al loro sito internet (www.librerielire.com), si sono consorziati i librai e le libraie di quattro librerie del centro storico di Napoli che da tempo sentivano l’esigenza di mettersi in rete, condividere saperi ed esperienze. Per noi, scrivono, i libri sono innanzitutto occasione di incontro, dialogo e contaminAzione. Vogliamo dare spazio e diffondere libri che aprono nuovi immaginari, che fanno venir voglia di raccontarli e parlarne dopo averli letti: classici perduti e ritrovati, autoproduzioni, controculture, saggi, sguardi sul presente, libri illustrati, libri per i pi piccoli e le pi piccole che fanno immaginare nuovi mondi possibili, oltre gli stereotipi (di razza, classe e genere) che assorbiamo sin dalle prime letture.


L.I.Re., Librerie Indipendenti in Relazione, una cosa bella che non a caso nasce a Napoli. In un vuoto cos tanto palese, e di tutto e generalizzato, queste quattro librerie sono e agiscono da presidio. Da personalit giuridiche che conoscono il mondo circostante, la strada, e sanno quale aria tira. La Libreria Dante & Descartes, Tamu, Perditempo e Librido sono luoghi dove si pu chiedere di un libro o del reale stato delle cose e ricevere, in entrambi i casi, risposte libere e ponderate.

Perch L.I.Re. pu – e dovrebbe – fungere anche da grillo parlante per la politica dei grandi.

Perch senza chiedere troppo a nessuno, L.I.Re. organizzatore da anni, e alzando il livello di coinvolgimento, di eventi realmente culturali, seri ma non seriosi, come il festival dello scorso maggio, Li(b)bra – che ha raccolto una larga partecipazione, reale e trasversale, e che nel mondo dei grandi non esiterebbero a definire un gran successo.

Eppure L.I.Re. viene pi ostacolata che altro. E in uno scenario dove sostanzialmente l’unica luce a disposizione, in uno scenario che se considerato in dettaglio ingloba anche la provincia e il successo del Flip, il Festival letterario di Pomigliano d’Arco organizzato da Wojtek, la domanda diventa reale e urgente.

E la risposta che s’ottiene attenta e civile.

Ad esempio, ad ulteriore sviluppo dell’incontro avvenuto al Li(b)bra dello scorso maggio, L.I.Re. ha riospitato, a Napoli, qualche settimana fa, Redacta; collettivo di lavoratori della filiera editoriale e sindacato apartitico in erba. E in libreria c’erano pi partecipanti di quelli che solitamente si vedono alla presentazione di un romanzo; come a sottolineare ancora una volta che la domanda non pi generalista, ma anzi specifica e sofisticata; o magari, perch no, esistono entrambe ed entrambe sono possibili.

In quello che stato a tutti gli effetti un dialogo, Redacta (www.actainrete.it/redacta) ha detto e spiegato dati e raccontato di queste enormi case editrici che vivono sotto lo scacco della grande distribuzione, che paga loro l’intera tiratura e poi torna indietro con i resi – i libri invenduti. E le case editrici, allora, anzich restituire i soldi rispondono pubblicando un nuovo libro e stipulando un nuovo debito – ed ecco spiegata la situazione attuale: l’enorme angoscia che assale tutti quando si entra in libreria e ci si ritrova davanti a pile e pile, tonnellate di libri che non interesseranno mai a nessuno! Ed stato un bene anche ascoltare che l’editoria indipendente non pi etica, ma che anzi, nell’eterna rincorsa dei grandi gruppi e dei numeri, pur di sopravvivere, esternalizza di pi e in maniera ancora pi sistematica. Che i milioni di refusi che inondano tutti questi libri, o le traduzioni a volte sconclusionate sono il frutto del lavoro malpagato e sfibrante di qualcuno che pur di sfamarsi costretto a correre, dunque impossibilitato a fare un buon lavoro. Che questi libri, e di dato in dato diventa pi palese l’evidenza, non sono vittime di un sistema pazzo, ma di uno incredibilmente ben congegnato, e che li rende, i libri, dei gettoni da buttare nella macchinetta sperando che venda-esca il jackpot e cancelli tutti i libri-gettoni-debiti-occasioni mancate precedenti.

Le ripercussioni, quindi, sono ovunque e affannano tutti gli elementi della filiera, non ultimi i librai – anzi! E se proprio v’interessa sapere, siete sempre in tempo per chiederlo a loro, ai librai, di persona.

Non mordono. E generalmente parlano a bassa voce. Sempre si ritorna a dimora anche con un buon libro.

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7 ottobre 2022 | 22:44

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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, 2022-10-07 22:46:51 ,
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