Napoli assediata dalle auto ma senza parcheggi: più della metà non ha un posto adeguato dove sostare
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mobilita’
Mezzogiorno, 22 maggio 2022 – 07:44
Quindicimila vetture al giorno hanno bisogno di posto in strutture di interscambio, disponibili solo 6300 stalli
di Claudio Mazzone
In tutte le città d’Europa i centri urbani sono stati liberati dal traffico attraverso un sistema di trasporto pubblico efficiente, affiancato da una programmazione intelligente della sosta. Uno strumento utilizzato in tutte le metropoli è stato quello dei parcheggi di interscambio, e cioè quelle strutture che permettono di parcheggiare l’automobile in una zona periferica e raggiungere il centro con un mezzo pubblico. Napoli sembra invece andare in direzione ostinata e contraria, con la costruzione, o meglio gli annunci di costruzione, di parcheggi di grandi dimensioni nelle zone centrali della città. Dalle dichiarazioni dall’assessore alla Mobilità del comune di Napoli, Edoardo Cosenza, sulla futura realizzazione di un parcheggio da 700 posti sotto i giardini del Molosiglio, all’inaugurazione del nuovo Parkin’ Station di Piazza Garibaldi, un multipiano con capacità di 359 posti auto, il piano per la mobilità cittadina sembra chiaro.
Numeri record
Ma servono davvero nuovi parcheggi in centro? Per rispondere a questa domanda bisogna mettere insieme i dati sul traffico e i piani istituzionali che avrebbero dovuto programmare la sosta in città. Un dato fondamentale è quello sulla densità veicolare che vede Napoli al primo posto in Italia. Sono, infatti, 2.091 i veicoli circolanti per ogni km quadrato del nostro territorio metropolitano. Un numero di gran lunga superiore rispetto a quello di Milano (1.540), di Roma (656) o di Torino (279). Se a questo aggiungiamo una struttura regionale che vede il capoluogo come unico attrattore di mobilità di tutta la Campania, si capisce come Napoli debba prevedere di accogliere, quotidianamente, un’enorme quantità di veicoli privati. E infatti, in un giorno feriale sono circa 431 mila le auto che entrano nel comune partenopeo. Proprio studiando i movimenti di questi veicoli in entrata, uno studio commissionato da Metropolitana di Napoli S.p.a. ha quantificato la domanda di parcheggi in città.
I posti disponibili
Sono 50 mila auto che entrano tra le 7.30 e le 10.30 nel centro partenopeo, e cioè nella zona che comprende le tre Ztl di Vomero, Chiaia e Centro Storico. Ben 32.550 hanno come destinazione proprio il centro, di queste 10.330 devono raggiungere una Ztl e ben 3 mila non hanno idea di dove parcheggiare. Dunque secondo lo studio, in città ci sarebbe l’esigenza di almeno 15 mila posti in strutture di interscambio. Ad oggi invece l’offerta su tutto il territorio comunale è di soli 6.300 stalli, neanche la metà. Questa incapacità di rispondere alla domanda di parcheggi di interscambio, unita ad un trasporto pubblico tra i più lenti d’Italia, è la prima causa degli ingorghi in città. Quello che sembra mancare è una programmazione dell’offerta. Eppure il sistema di interscambio è stato al centro di diversi strumenti di pianificazione e programmazione del Comune e della Città Metropolitana.
Il piano urbano
Il Pup di Napoli (Piano Urbano dei Parcheggi), strumento del Comune per pianificare la sosta, è del 1999 ed è basato su dati che ormai sono di un’altro secolo. Eppure in quel Piano comunale erano previsti in città 23 parcheggi di interscambio per un totale di 13 mila posti. Ad oggi, dopo 23 anni, non è stato ancora raggiunto il livello di offerta pianificato nel Pup e questo è il segno inequivocabile di un ritardo amministrativo. Anche le strutture già realizzate sono comunque di capacità inferiore rispetto a quanto previsto nel Piano. Il parcheggio di Piscinola avrebbe dovuto garantire 1.800 posti, oggi invece non arriva a 300. Napoli Est, pur essendo una delle porte della mobilità urbana partenopea, è completamente sprovvista di parcheggi di interscambio che sono invece concentrati, per la maggior parte, a Fuorigrotta, a Piscinola e all’Arenella. In queste zone alcune strutture, negli anni, hanno assunto funzioni diverse, come i parcheggi del Policlinico, che si sono trasformati in un servizio di sosta per gli ospedali. Altre realtà si sono rivelate un fallimento di pianificazione come il Brin, il parcheggio multipiano su via Marina, che manca di collegamenti immediati con metropolitane e ferrovia. Ma anche le aree di sosta di Chiaiano e del Frullone, a servizio della linea 1 della Metropolitana, sono sottodimensionate e infatti risultano piene non solo nelle ore di punta.
L’aggiornamento
Ad aggiornare il Pup dovrebbe arrivare il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, il Pums, uno strumento complesso, adottato dalla Città Metropolitana, che coniuga la mobilità e la sostenibilità ambientale. Il Pums della Città metropolitana di Napoli è stato avviato a fine 2019, ma ancora non è stato definito e la sua adozione è lontana. E questo ritardo rischia di far diventare i dati su cui è fondato, che risalgono al 2011, sempre più vecchi. La Città Metropolitana di Milano il Pums lo ha approvato in via definitiva già nel 2021. Tre anni di differenza tra Napoli e Milano, che pesano sulla qualità di vita dei napoletani e che da aumentare sempre di più il divario tra Nord e Sud.
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22 maggio 2022 | 07:44
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