il restauro il caso dell’opera di Antonio Dominici
Mezzogiorno, 7 maggio 2022 – 09:05
Sar inaugurata il 19 maggio Don Chisciotte tra Napoli, Caserta e il Quirinale: i cartoni e gli arazzi. E intanto spunta la copertura posticcia del dipinto settecentesco
di Natascia Festa
Arazzi settecenteschi dalla Reggia di Caserta al Quirinale e da l eccezionalmente (e in parte) di ritorno a Napoli. Manufatti preziosi e imponenti le cui opere preparatorie, i cosiddetti cartoni — in realt veri e propri dipinti olio su tela di artisti quotati come Giuseppe Bonito — sono da sempre rimasti in citt, custoditi a Palazzo Reale. Con la storia segreta, ora svelata, di un seno coperto e poi riscoperto, il seno turgido e florido della serva Maritornes, forse troppo seduttivo per gli anni bigotti che seguirono quelli dei Lumi. La storia venuta fuori nel corso dei restauri che hanno preceduto la mostra che sar inaugurata il 19 maggio prossimo a Palazzo Reale, Don Chisciotte tra Napoli, Caserta e il Quirinale: i cartoni e gli arazzi a cura del direttore Mario Epifani ed Encarnacin Snchez Garca, professoressa di Storia della letteratura spagnola all’Universit L’Orientale. La diagnostica propedeutica al restauro sulle tele preparatorie ha letto la stratigrafia delle pennellate individuando il casto drappo che era stato sovrascritto all’incarnato rosa della bella popolana. Per gli specialisti a lavoro sui dipinti settecenteschi — Maria Teresa de Falco, Paola Foglia, Francesco Virnicchi, Giulia Zorzetti, Francesca Di Martino e Ugo Varriale — non stato difficile non solo individuare i tratti posticci, ma nemmeno rimuoverle perch, per fortuna, il drappeggio era stato realizzato con un colore non particolarmente invasivo.
La storia
un piccolo caso che si inscrive nella grande narrazione delle braghe — in questo caso reggiseni — a partire da quelle che Daniele Volterra, nel 1564, un anno dopo la fine del Concilio di Trento, fu costretto a dipingere sui nudi del Giudizio Universale nella Cappella Sistina. Michelangelo non pot dissentire perch era gi deceduto. Non sappiamo se lo fosse anche Antonio Dominici (Palermo 1734 – Napoli 1794), autore del dipinto in questione, intitolato Don Chisciotte bastonato a letto da un vetturale geloso (Olio su tela, cm 184×182) e successivamente manomesso in direzione della castit.
Allievo di D’Anna
Dominici, allievo di Vito D’Anna, realizz tra il 1768 e il 1776, importanti interventi decorativi proprio a Palazzo Reale (purtroppo perduti) e i soffitti affrescati della Sala della Primavera e della Sala dell’Autunno negli appartamenti ferdinandei della Reggia di Caserta. Nel 1776 gli fu assegnata la carica di professore dell’Accademia Reale di Disegno.
Il dipinto
La storia del dipinto censurato ispirato all’episodio centrale del sedicesimo capitolo del romanzo: don Chisciotte, ospitato in un’osteria, durante la notte, per equivoco, disturba il furtivo incontro d’amore della serva Maritornes con un vetturale, causando subbuglio, nuovi guai e la violenta reazione dell’ingelosito innamorato. L’arazzo derivato dall’opera, conservato al Quirinale firmato e datato P.D.F. 1770. La mostra — spiega Epifani — vuole ricostruire la storia della serie di arazzi con Storie di Don Chisciotte eseguiti dalla manifattura napoletana tra il 1757 e il 1779. E farlo attraverso la serie completa dei cartoni, messi a confronto con alcuni degli arazzi conservati al Quirinale e con le pi preziose edizioni illustrate presenti nella Biblioteca Nazionale di Napoli e lo spartito dell’opera di Paisiello proveniente dal Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.
La mostra
Saranno esposti nella Galleria del Genovese e nella sala ventiquattresimo dell’Appartamento Storico ben 38 cartoni accanto a sette arazzi (cinque con episodi del romanzo e due decorativi), appartenenti alla serie eseguita dalla manifattura napoletana per arredare la Reggia di Caserta e trasferita dopo il 1870 al Palazzo del Quirinale. Uno degli arazzi che arriva da Capodimonte, invece, la testimonianza della manifattura francese. la seconda esposizione del mio mandato — dice ancora il direttore Epifani — che segue il fil rouge della letteratura europea, dopo quella che si appena conclusa sulla Divina Commedia di Dante, in occasione dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Il legame storico di Napoli e soprattutto di Palazzo Reale con la Spagna esaltato in questa mostra che rende omaggio ad uno dei massimi capolavori della letteratura mondiale che ha ispirato diverse forme d’arte – dalla pittura al teatro, dalla danza al cinema – fino a oggi.
All’inaugurazione parteciper l’ambasciatore spagnolo in Italia Alfonso Mara Dastis Quecedo. Anche le cornici sono state restaurate e lo hanno fatto Angela Iuppariello e Viviana Tacchi. Il progetto cofinanziato da Stato, Regione Poc Campania 2014-2020.
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7 maggio 2022 | 09:05
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