Potenza iconica di una regina
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diario malinconico
Mezzogiorno, 24 settembre 2022 – 08:48
La morte di Elisabetta ha generato un vero e proprio lutto dell’immaginario. E’ stata vissuta come una tragedia collettiva
di Diego De Silva
Dalla scomparsa della Regina Elisabetta, i giornali italiani hanno aperto con pagine e pagine dedicate alla notizia della sua dipartita e alla storia della famiglia reale tutta. Anche l’editoria libraria subito corsa a rilanciare biografie gi pubblicate. L’indugio giornalistico sull’argomento era tale che pi di una volta mi capitato di dimenticare di quale (altra) notizia o aggiornamento andassi alla ricerca, un po’ come succede con certe sale cinematografiche che prima della proiezione mandano una tale quantit di spot pubblicitari e trailer che finisci per non ricordare pi quale film eri andato a vedere. Non che l’Italia, nell’occasione, abbia riconosciuto in s i sintomi di una vocazione monarchica: stata la potenza iconica di Elisabetta a scatenare questa bulimia mediatica, quasi che il mondo dell’informazione si fosse segretamente riunito per deliberare che tre o quattro giorni di martellamenti di giornali e tv non bastassero a dare il giusto peso all’evento.
Il profilo di Elisabetta, oltre ad essere caro a tanti e in particolare al popolo inglese, tra i pi saccheggiati dalle arti visive (da Lucien Freud a Andy Warhol, da George Condo a Bansky) e dalla musica rock (basterebbe ricordare God save the queen, cavallo di battaglia dei punkissimi Sex Pistols, sulla cui copertina campeggia un’altra celebre versione della Regina concepita dall’artista Jamie Reid, con occhi e bocca coperti da mascherine su cui appare il titolo del disco composto da lettere ritagliate da quotidiani, a mo’ di richiesta di riscatto). Si potrebbe anzi dire che la parentela mediatica fra Elisabetta e il rock ne abbia fatto un’icona molto simile alle grandi immagini simboliche di quel genere musicale. Del resto, la sua frequentazione con le rockstar risale al 1965, quando incoron baronetti i Beatles (che le dedicheranno il brano Her Majesty). Pi tardi incapper in un’esilarante gaffe quando, incontrando Eric Clapton (arrivato a Buckingham Palace insieme a Jeff Beck, Brian May e Jimmy Page), gli chieder: tanto che suona la chitarra?, smitizzando per un attimo, del tutto inconsapevolmente, una leggenda del chitarrismo mondiale, e proprio per questo diventando memorabile. La sua morte ha generato un vero e proprio lutto dell’immaginario. Lo straripamento di pagine dei quotidiani e la dedizione dei tg agli interminabili rituali funebri, altro non sono che tentavi di elaborazione del medesimo. Il mondo non ha bisogno di eroi ma di icone pop, la cui progressiva estinzione tende ad essere vissuta come una tragedia collettiva.
24 settembre 2022 | 08:48
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