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«Quando sono in campo, sentire di essere amato mi dà una carica impressionante. Ma anche l’odio mi trasmette tanto. Quando mi fanno incazzare, vado a un livello superiore: sono più attento, più concentrato, più forte, più desideroso di dimostrare qualcosa. Se mi odiano, mi migliorano. Per questo, partite come i derby mi caricano a mille e mi riempiono di una rabbia speciale che mi porta più in alto. Ma oggi ho molto più controllo di un tempo, quand’ero giovane. Anche perché i figli mi hanno dato una calma e un ritmo che prima non avevo. Fino alla nascita del primo, portavo in casa il calcio e tutta la mia rabbia. Poi sono cambiate le cose. Tornavo a casa, guardavo i bimbi e dimenticavo tutto. Ecco, loro sì che mi hanno rovesciato. Sono entrati nella mia vita e il calcio all’improvviso ha smesso di essere la cosa più importante. Contava solo che stessero bene.» Cosa rappresenta la rovesciata per il giocatore al quale viene attribuita la più bella ed esaltante della storia del calcio? Che valore ha oggi un gol per il calciatore che festeggia i suoi quarant’anni in piena attività? E cosa significano per lui il dribbling o il passaggio? Zlatan Ibrahimovic´ non ha più bisogno di dimostrare la sua forza o ricordarci i grandi successi sportivi che lo hanno reso un campione unico al mondo, così decide di mettersi a nudo, in maniera sincera e onesta, per raccontarci come un dio del pallone cambia e affronta gli anni a venire senza ipocrisie, con la maturità e i dubbi da imparare ad accettare. In costante equilibrio tra Adrenalina e Balance, si svela in una narrazione piena di confidenze e aneddoti, dove anche la paura trova spazio tra le pieghe del fuoriclasse, insieme alla dolcezza e alla fragilità, sentimenti che si aggiungono alla forza, alla determinazione e al coraggio che hanno portato il ragazzino di Rosengård sulla vetta del mondo, da dove ora ci parla di allenatori e calci di rigore, spogliatoi, avversari e pallone, oltre che di felicità, amicizia e amore.
Dall’editore
Poi tutto il pubblico avversario comincia a gridarmi “zingaro”.
Mi porto le mani alle orecchie: “Non sento…”. Li invito ad alzare la voce: “Più forte! Non sento…Più forte!”. Esplode un boato di fischi assordanti. “Più forte! Non sento…” Mi riempio di adrenalina. Allargo le braccia sorridendo beato: mi sento vivo, mi sento forte.
L’arbitro mi dà un’ammonizione. Sul momento, non gli dico niente perché sono ancora sotto l’effetto dell’adrenalina.
Nell’intervallo però l’adrenalina si è abbassata. Lo raggiungo e gli spiego: “Ascolta, tu mi hai ammonito, ma quando cinquantamila persone mi hanno urlato “zingaro”, non hai fatto nulla. Hai punito solo me. Come la mettiamo?”.
Io non avevo provocato nessuno, non avevo mostrato il dito medio, non avevo portato le mani alle parti intime. Avevo semplicemente allargato le braccia davanti alla curva che mi insultava. “Attento, non scherzare con il fuoco, perché io non sono come gli altri. Comportati correttamente e fai le cose giuste”.
Individuo una casa a Posillipo che potrebbe fare al caso mio, ma, visto che devo restare solo sei mesi e tutti mi ripetono che la città è abbastanza caotica, sto valutando anche la possibilità di vivere in barca.
Il giorno in cui devo firmare a Napoli, l’11 dicembre 2019, il presidente De Laurentiis caccia Ancelotti. A metà campionato.
Ho una brutta sensazione. È un cattivo segnale. Io di questo presidente non posso fidarmi. Non può dare stabilità a me e alla squadra uno così. E poi so che Rino Gattuso, anche se è un amico, ha bisogno di un altro tipo di centravanti per il suo 4-3-3. Infatti, non si è fatto sentire.
Salta tutto.
Arriva questa palla lunga. Io corro verso il pallone, come sempre. L’istinto mi ordina: “Vai!”. Mentre corro, vedo il portiere Joe Hart che esce dai pali. Un difensore inglese si ferma per non intralciarlo.
Hart vede che gli sto andando incontro per saltare, ma quando sposta lo sguardo sulla palla, io arretro. Lui la colpisce male di testa, la palla si alza e spiove verso di me. Me ne frego di quello che mi sta succedendo attorno, se qualche avversario si sta avvicinando o altro.
Colpisco la palla a trenta metri dalla porta e, mentre sono in aria, mi volto a guardare. Il difensore si lancia in scivolata, ma non ci arriva e il pallone entra in rete.
Allora mi tolgo la maglia e comincio a correre pazzo di soddisfazione. Ho raggiunto il massimo che avrei potuto toccare in una partita. Contro l’Inghilterra!
Zlatan Ibrahimovic´ nasce a Malmö il 3 ottobre 1981 dove inizia a giocare a calcio all’età di tredici anni nel Malmö FF, per poi avviarsi verso una carriera internazionale che lo vede protagonista delle più importanti squadre al mondo: Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan, Paris Saint-Germain, Manchester United, LA Galaxy e di nuovo Milan.
In bacheca vanta oltre 30 trofei tra nazionali e internazionali, tra cui il Fifa Puskás Award 2013 per il più bel gol dell’anno, il premio come miglior giocatore dell’anno e capocannoniere in Francia per tre stagioni. È il miglior realizzatore nella storia della Nazionale svedese.
È l’unico straniero ad aver vinto nel nostro Paese la classifica marcatori con due squadre diverse (Inter e Milan) ed è stato più volte miglior straniero dell’anno e miglior giocatore della serie A.
Editore : Cairo (2 dicembre 2021)
Lingua : Italiano
Copertina rigida : 272 pagine
ISBN-10 : 8830901989
ISBN-13 : 978-8830901988
Peso articolo : 450 g
Dimensioni : 22.3 x 2.6 x 15 cm
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