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Durante il nazismo alcuni fisici cercarono di dar vita a una fisica ariana che escludesse ogni “idea giudaica”, molti altri fecero compromessi e concessioni pur di continuare a lavorare. Tra questi vi erano tre fisici di levatura mondiale, attraverso i quali Philip Ball racconta la storia della fisica tedesca sotto Hitler. Max Planck, il pionere della teoria dei Quanti, universalmente stimato per la condotta morale che seppe mantenere durante il regime; Peter Debye, un fisico nederlandese che arrivò a dirigere il più importante istituto di ricerca del Reich prima di andarsene negli Stati Uniti nel 1940; Werner Heisenberg, lo scopritore del principio di indeterminazione, che ebbe un ruolo di primo piano nella corsa tedesca alla bomba atomica. Alla fine della guerra molti scienziati tedeschi rivendicarono la propria apoliticità e la propria opposizione al regime: Debye affermò di essere andato in America per fuggire dalle interferenze naziste alle sue ricerche; Heisenberg sostenne, insieme ad altri, di aver deliberatamente rallentato la fabbricazione della bomba atomica… Muovendosi tra storia, biografia e storia della fisica, l’autore inquadra le difficili e ambigue scelte morali di tre vite intrappolate tra gli ideali della scienza e un’ideologia tirannica; illuminando di nuova luce i vari modi in cui la maggioranza degli scienziati, tra complicità e resistenza, fece i conti con il regime nazista.
Editore : Einaudi (31 marzo 2015)
Lingua : Italiano
Copertina rigida : 301 pagine
ISBN-10 : 8806223046
ISBN-13 : 978-8806223045
Peso articolo : 740 g
Dimensioni : 15.5 x 2.5 x 23.8 cm
cormorano47
E’ un’opera ben scritta, ben documentata e prevalentemente corretta sul piano scientifico. L’autore tende a compenetrarsi nella situazione storica particolarmente difficile vissuta dagli scienziati più eminenti quali Planck, Debye, Heisenberg, etc. e non si capisce se alla fine non li assolva. Merita di essere letto e forse riletto in alcuni passaggi.
SCIENZIATI ENORMI. UOMINI PICCOLI.
Come è stato possibile che una delle società più avanzate del secolo scorso possa essersi trasformata nel mostro nazista? Come è stato possibile che la culla della meccanica quantistica, un territorio ricchissimo di premi Nobel, non abbia opposto alcuna resistenza allâascesa della follia?Da sempre mi sono posto queste domande e il libro di Philip Ball, davvero interessante e documentato, prova a fornire le risposte.Una storia dentro alla storia, approcciata senza il bias del âsenno del poiâ.Il testo descrive, con uno stile narrativo accattivante e riccamente documentato, le vicende umane, scientifiche e sociali dei tre principali uomini di scienza che ebbero ruoli di primaria responsabilità nella gestione della principale istituzione scientifica tedesca ai tempi del Terzo Reich, il Kaiser-Wilhelm-Gesellschaft (ora Max Planck Istitute).Discutiamo di Max Planck, Peter Debye e Werner Heisenberg.Lascia basiti il ritratto umano che viene dipinto relativamente alle figure di Planck ed Heisenberg: giganti di scienza incapaci di comprendere appieno la realtà sociale ed umana che Hitler stava costruendo attorno a loro, mattone dopo mattone.Se la cosa può essere spiegabile nel caso di Max Planck, uomo di stampo ottocentesco, lo è forse meno nel caso di Heisenberg, quarancinquenne a capo del progetto nucleare tedesco durante la seconda guerra mondiale.Sullo sfondo si percepisce lâenorme figura di Albert Einstein che, forse per primo, comprese che la scienza, in alcuni momenti storici, non può essere semplicemente âapoliticaâ ma deve assumersi la responsabilità di indicare la giusta strada.W-mente consigliato, soprattutto a chi voglia comprendere la strana epoca che stiamo vivendo. La storia, se depurata dal “senno del poi”, insegna. Sempre.
ma perchè?
ma perché pubblicare un libro così? e non abbiamo noi in italia degli scrittori che possono fare un ragionamento migliore?
Secondo le aspettative
Ottimo
bel libro, un ottimo mix tra storia, biografia e scienza
Malgrado non ami i libri sulla storia della scienza, devo dire che questo è un libro davvero interessante e ben scritto. Ball è un chimico con un dottorato in fisica e il principale vantaggio di un libro scritto da uno scienziato è che è sicuramente capace di capire e spiegare meglio le implicazioni delle scoperte scientifiche. Questo libro parla dei tre più importanti fisici tedeschi che lavorarono sotto i nazisti: Debye, Plank ma soprattutto Heisenberg. In verità Deybe era olandese, ma si considerava appartenente alla cultura tedesca.Ecco, il libro è una bella narrazione che alterna storia, biografia e scienza. Il ritratto che ne esce di questi tre premi Nobel è riassunto in questa frase, dove si fa notare una caratteristica comune ai tre uomini: âlâassenza quasi completa di una posizione morale. In varie occasioni Planck, Heisenberg e Debye mostrarono il coraggio di rifiutarsi di adempiere a richieste politiche. Ma nulla lascia credere che in questi casi il loro comportamento si basasse su unâampia prospettiva morale. Aiutarono colleghi ebrei perché erano colleghi, e non perché ritenevano unâabiezione lâoppressione e lâespulsione degli ebrei.â. âLa seconda caratteristica, forse la piú allarmante, fu lâincapacità quasi universale tra gli scienziati di ammettere le loro manchevolezze o anche solo accorgersi di esse in retrospettiva.âCioè, i tre non amavano certo il nazismo, ma ne furono “complici passivi”, e dopo la guerra non vollero mai ammettere di aver lavorato sotto un regime sanguinario, spesso traendone vantaggio. Non furono né martiri né fecero resistenza al regime, come ipocritamente dissero dopo la guerra.Il personaggio che per la verità mi ha deluso enormemente è Heisenberg, che non volle mai rendersi conto di essere stato âcomplice passivoâ dei nazisti ma che soprattutto sovrastimava di molto la sua posizione nella creazione della bomba atomica tedesca, dicendo falsamente di averla sabotata perché non voleva, contrariamente agli americani, usarla per uccidere delle persone (sic).Ecco il riassunto della sua personalità : âHeisenberg è un esempio di questa negazione del passato: non aveva problemi a menzionare «i lati negativi del nazismo», come a dire che ce nâerano di «positivi». Persino dopo che si seppe di Auschwitz rimase ostinatamente cieco alla natura dei suoi capi, insistendo che se la Germania avesse vinto la guerra, col tempo â stimava una cinquantina dâanni â i nazisti sarebbero diventati civilizzati.âNaturalmente il libro prende anche brevemente in esame la critica tragicomica alla “scienza judaica” di Einstein, che solo perché ebreo, meritava che non si considerasse la sua relatività come vera. E si parla, anche se troppo brevemente, anche di tutta la marmaglia di scienziati tedeschi poco conosciuti che appoggiavano chiaramente il regime nazista senza nessuna vergogna e che denunciavano i colleghi colpevoli di essere ebrei, o almeno non-ariani, facendoli espellere dai loro impieghi, nella migliore della ipotesi, e nella peggiore, facendoli finire nei campi di sterminio. Tutta gentaglia che dopo la guerra tornerà al proprio lavoro come se niente fosse successo, totalmente impuniti.Il libro lo consiglio è davvero ben scritto e alla fine câè unâanalisi piuttosto ragionevole sullâattitudine tedesca alla cieca obbedienza allo Stato (da chiunque sia guidato), che spiega molto anche dei tedeschi di oggi.—————Difficoltà : 2/5Chiarezza: 5/5Difficoltà :1/5 per tutti2/5 per tutti ma qualche piccola difficoltà 3/5 qualche tecnicismo4/5 impegnativo5/5 per esperti, non divulgativoChiarezza1/5 incomprensibile2/5 poco chiaro3/5 accettabile4/5 buono5/5 esemplare