Product Description
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Carnevale 1484 d. C. Tra feste, scherzi carnevaleschi e misteriose strigarie gallesi, Goffredo è inviato a Venezia in una delicata missione di spionaggio, mentre Edmundo accetta di dare la caccia alla Bestia infernale che si nasconde nella bruma e sta trucidando i fanciulli lagunari.
ASIN : B09J4N6SM7
Lingua : Italiano
Dimensioni file : 3203 KB
Utilizzo simultaneo di dispositivi : illimitato
Da testo a voce : Abilitato
Screen Reader : Supportato
Miglioramenti tipografici : Abilitato
Word Wise : Non abilitato
Memo : Su Kindle Scribe
Lunghezza stampa : 189 pagine
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Delitti efferati a Venezia. Giovanna Barbieri torna ancora indietro nel tempo.
Venezia, Anno Domini 1484. Il Carnevale impazza, nella splendida città lagunare, ma la gioia e il divertimento scemano presto quando comincia una serie di uccisioni efferate: cadaveri di fanciulli vengono rinvenuti lungo i rii. La gente mormora di una Bestia feroce e orrenda che ruba i bambini e ne fa strage. Ma qual è la verità ?In città sono arrivati lo speziale Edmundo, sempre alla ricerca di nuovi medicamenti, e Goffredo, che è stato inviato per spiare le intenzioni della Serenissima per il prossimo futuro. Una missione pericolosa, che lo costringe a travestirsi da arsenalotto per confondersi fra il popolino.Edmundo si lascia convincere dalle autorità a dare la caccia alla Bestia e accetta lâaiuto di una strigaria rifugiatasi a Venezia dal Galles. Donna misteriosa e affascinante, che non lascia indifferente il nostro speziale.Tra le brume che nascondono palazzi sontuosi e delitti efferati, si snodano le peripezie dei due amici. Venezia, con il suo magnetismo è sempre presente: sembra quasi di sentire lâodore della salsedine, lo sciabordare dellâacqua lungo rii e canali. Immaginiamo maschere e bautte, costumi sontuosi, chiacchiere e pettegolezzi. Arsenalotti e artigiani che riempiono le calli durante la giornata; ricchi e malfattori che si aggirano in cerca di piaceri e di prede.Giovanna Barbieri mostra ancora una volta la propria erudizione a la mette al servizio di una vicenda che segue tutte le tappe del giallo classico fino alla sorprendente conclusione. Una buona prova, un poâ inficiata dallâindulgere continuo nel dialetto veneziano, che io conosco e amo, ma che può suonare ostico a numerosi lettori.
Cave Bestiam di Barbieri Giovanna
Ho appreso con piacere l’uscita di un nuovo giallo ambientato nella Serenissima Republica di Venezia, così l’ho prenotato e, complice la brevità del racconto, letto in poco tempo. Di seguito le mie impressioni:Trama: il romanzo ha poco del giallo (niente sospettati), per essere un thriller la suspense é poca, l’intreccio è scarsamente plausibile: poco plausibili gli investigatori protagonisti, ancora meno i rappresentanti della legge, rappresentati come ‘babbei’. à poco credibile che, in presenza di un assissino seriale di bambini, le autorità siano inerti nell’agire con vigore, e che accettino che a farsi carico di tutto sia un forestiero.Anche il dipanarsi degli eventi è poco movimentato e in qualche modo forzato, non naturale. La fine – cui si arriva quasi per caso tramite coincidenze fortuite – non rivela colpi di scena di nessun genere, che per un giallo thriller sarebbero quasi d’obbligo. Consiglierei all’autrice di valutare altri generi oltre al mistery perché trovo questa una lacuna grave nei suoi racconti.Personaggi: apprezzabile lo sforzo di caratterizzazione di tutti i personaggi attraverso i flashback, eppure il risultato delude. Si stenta a provare empatia per i vari attori, sono piuttosto marionette uguali, uomini e donne, che fanno azioni (poco credibili). Non saprei dire che differenza c’è tra Edmundo e Goffredo a livello di carattere, modo di agire. Il risultato migliore viene raggiunto con il personaggio della striga Veritas, che secondo me poteva essere sfruttato meglio.Stile: fanciullesco e abbastanza grezzo, forse persino peggiorato rispetto al romanzo precedente, magari per mancanza di un editing super accurato (qualche refuso non grave si trova). I paragrafi abbondano di informazioni ridondanti e non necessarie, elencazioni inutili (non si comprende come mai l’autrice eviti l’uso di pronomi), i dialoghi sono poco vitali. Spiace notare in un romanzo storico anacronismi evidenti: sin dalla copertina (che mostra le cupole della chiesa della Salute che è stata costruita dopo il 1484), poi si trovano nei dialoghi parole come trauma e traumarizzato, gas (!), sessualmente, ma al tempo nessuno avrebbe potuto usarle. Capisco che l autrice si autopubblichi, tuttavia consiglierei un editor che guardi anche questi aspetti.Ricostruzione storica: ecco che giungiamo alla delusione maggiore. Avevo aspettativa di respirare l’aria di grandeur che doveva aleggiare a Venezia negli anni del suo massimo splendore, prima dell’inizio della sua parabola discendente ad Agnadello. Il doge e le magistrature veneziane, la giustizia equilibrata, l’orgogliosa autonomia dalla chiesa, la relativa tolleranza verso lo straniero.Ebbene, spiace constatare che di tutto ciò non c’è nulla, nulla, nulla nel libro: anzi è tutto rappresentato al contrario. I membri del Consiglio dei Dieci sono poveri scemi facilmente impressionabili (bah) oppure tanto ingenui da lasciare documenti importanti alla portata di servitori, il Doge manco compare, si parla di roghi di streghe a Venezia quando ovunque si legge che erano assai rari e gli eretici erano piuttosto annegati in laguna e comunque c’era una certa tolleranza e soprattutto una tenace resistenza alle ingerenze della chiesa. Tutto ciò confermato ad esempio dalla storia delle streghe in Val camonica.Non dico che i fatti che Barbieri racconta non sarebbero potuti accadere a Venezia, ma non è per questo che la Republica era famosa in Europa, Venezia era altro e questo altro andava mostrato, raccontato.Insomma, sembra che l’autrice abbia voluto ambientare per forza a Venezia una storia che avrebbe reso meglio in una remota e superstiziosa campagna, senza poi nemmeno parlare della Venezia storica (se non di rii canali e rieli, ma non basta).Infine, non so dire quanto il veneto che parlano gli abitanti della Serenissima sia veneto del tempo oppure l’attuale, non si trova una nota esplicativa al riguardo in fondo.La nota storica finale è stringata e non colma le lacune di informazioni presenti nel testo.Nel complesso un voto si sufficienza stiracchiata (6 ovvero 3 stelline su 5), con un incoraggiamento a migliorarsi ancora, magari appoggiandosi a un editor più esperto.Lo consiglio a chi ha già letto i precedenti romanzi di Barbieri e a chi cerca una lettura leggera e poco impegnativa, non gravata da troppi approfondimenti storici.Non lo consiglierei agli appassionati di Venezia.
Assolutamente imperdibile!
Giovanna Barbieri torna con un nuovo imperdibile giallo storico.Dopo “L’accusa del sangue”, ambientato a Urbino, e “Il palio insanguinato”, che si svolgenella città di Siena, Ritroviamo in “Cave Bestiam” I tre protagonisti principali: Goffredo, exBargello, Edmundo, lo speziale, e Fiamma, la compagna di Goffredo. Tre personaggi che hoamato fin dal primo libro e di cui continuo a seguire le vicende con grande entusiasmo.Questa volta ci troviamo a Venezia, durante il Carnevale, un’ambientazione senza dubbioaffascinante, sia per le stranezze a cui si assisteva durante questa festa, sia per leatmosfere della città che sono rese vive dalle descrizioni, come se fossimo lì a vedere tuttocon i nostri occhi.”Lì vicino, un uomo mascherato stava arringando i passanti contro le prepotenze dei patrizi.Solo durante il Carnevale, a Venezia, era concessa la libertà d’opinione.”L’aria che si respira in città è dunque festosa ma una minaccia incombe sui veneziani,seminando il terrore.”Un mostro sta rapendo di notte molti piccoli che ritroviamo, giorni dopo, sgozzato e gettatinei rieli poco frequentati, avvolti nelle reti da pesca”.A Edmundo, viste le sue abilità , viene chiesto di aiutare nelle indagini per fermare questascia di sangue che porta via con sé bambini innocenti.Tutto lascia presagire che si tratti di una creatura soprannaturale.”Come posso anche solo immaginare di combattere Lucifero o un demone?”Il nostro speziale questa volta dovrà cavarsela da solo: Goffredo infatti è impegnato Nell suaattività di spionaggio al servizio dei potenti di Siena e non può affiancarlo come faceva disolito. Edmundo si ritrova così a chiedere l’aiuto della strigaria Veritas, vero nome Hazel, unadonna che abbraccia l’antica fede celtica e si dedica a curare i malati con medicamenti abase di erbe, non molto ben vista in città per via delle sue doti visionarie.”Sua madre aveva lo stesso dono, ereditato a suo dire da un’antenata gallese. Era una Vate,una profetessa. Accorgendosi che anche lei aveva le premonizione, le aveva insegnatocome controllarle e guidarle.”Hazel è un personaggio che ho amato molto e che spero di ritrovare in futuro. Nonostante leavversità della vita va avanti per la sua strada, facendo sempre del bene e aiutando ilprossimo.Ho apprezzato molto i flashbacks sulle sue peripezie prima di giungere a Venezia, il modo incui sono stati descritti i luoghi e le curiosità sulla fede celtica mi hanno appassionata molto.Fiamma, questa volta, resta un po’ ai margini, dovendo occuparsi della figlia neonata e diCesare, il bambino adottato da Edmundo. Tuttavia la paura per ciò che sta accadendo incittà e per quello che potrebbe capitare a Goffredo se fosse scoperto la lascia in uno stato diperenne ansia.”Subito dopo le parve d’udire il grido d’agonia di un essere umano, qualcuno catturato econsapevole di stare per morire.”In questo clima di incertezza, Fiamma ricorda tristi eventi legati al suo passato di cui nonconoscevamo nulla in precedenza e che mi hanno fatto entrare ancora di più in empatia conlei.Giovanna, come sempre, ricostruisce la Storia in modo fedele e dettagliato: i luoghi, leusanze, i costumi, ogni cosa è descritta nei minimi dettagli facendoci così calareperfettamente nel racconto, grazie anche all’uso del dialetto veneziano nei dialoghi, chepermette una maggior immersione nella storia.Tra suspence, colpi di scena e omicidi efferati, riusciranno i nostri protagonisti a scoprire chisi cela dietro al Demone e a fermarlo?