Product Description
Price: [price_with_discount]
(as of [price_update_date] – Details)
Venezia 1502: il demone vaga per le calli e uccide senza pietà
Siamo nel 1502 a Venezia: è una mattina gelida e nebbiosa di fine gennaio. Alcuni pescatori tirano su dal Canal Grande masse galleggianti intrecciate alle reti: sono cadaveri orrendamente mutilati. Il popolo si convince che un demone è venuto a punire la Serenissima per i suoi vizi e il rifiuto di un’alleanza con la Chiesa nella guerra contro i turchi. Il doge Leonardo Loredan, preoccupato di questi fatti, vuole indagare sugli omicidi e scovare il colpevole. Incarica in segreto Mathias, un agostiniano di origini tedesche confinato a Padova per le sue idee troppo innovative e poco ortodosse.
Giunto in città, il monaco si lega a Lorenzo Scarpa, nipote di uno degli stampatori straziati dal demone. Insieme avviano le indagini e sembra che morti e mandanti ruotino attorno alla nascente industria della stampa. Tutti cercano un libro pericoloso, che conferirebbe un inimmaginabile potere a chi riuscirà a impossessarsene. L’intrigo è complesso e i contrasti tra i nobili dominano lo scenario: congiure, sette segrete, fazioni papiste o anti Borgia s’intrecciano nel tessuto politico della città.
Nell’atmosfera lugubre e minacciosa di una Venezia gelida e ricoperta da una coltre di neve, il destino della Serenissima è in mano a chi rintraccerà quelle pagine.
Editore : Amazon Publishing (25 settembre 2018)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 367 pagine
ISBN-10 : 2919800728
ISBN-13 : 978-2919800728
Peso articolo : 535 g
Dimensioni : 13.97 x 2.54 x 20.96 cm
[ad_2]
Buon giallo storico
L’ autore disegna una storia godibile, con personaggi delineati nella giusta misura e funzionali ad una trama ben congegnata. Per chi ha letto Il nome della rosa di Eco ci troverà più di un riferimento e questo condiziona un po’ il giudizio sull’originalità ma non quanto espresso in altre recensioni. Il ritmo serrato e lo stile sufficientemente ricercato (con qualche riuscita immagine poetica) ma non pesante mantengono efficacemente il lettore incollato alle pagine.Sullo sfondo la Venezia dei primi del cinquecento, elegante e cupa, scenario ideale per lo svolgersi della vicenda. Consigliato per gli amanti del genere e del periodo storico, o anche soltanto per gli ammiratori della città più bella del mondo.
il potere della fede e il potere del papa. (cit)
Ho letto già vari libri dell’autore, di cui mi ha sorpreso ogni volta la varietà dei temi e dei personaggi, e dei generi : pur sempre con una base di ‘romanzo giallo’, siamo stati condotti da quello scanzonato avvocato Berni, spinto alle indagini anche da viaggi ‘botanici’ non proprio regolari, ai tre gatti del biancospino, al romanzo storico quasi contemporaneo (la ‘zona d’ombra’ del triveneto) e adesso questo che ho appena letto, ambientato nel 1502 a Venezia. Assolutamente intrigante, con un intreccio che spazia fra conoscenze documentate e romanzo, invenzione , fantasia, storia vera. (anche se si precisa, come di rito, che qualsiasi somiglianza…è puramente casuale).Troppo ‘difficile’ tuttavia, forse sarebbe stato più utile avere alla fine qualche annotazione in più, oltre a quella comunque necessaria su ciò che accadde a Wittenberg nel 1517, medesimo anno della stampa del De donatione del Valla (comunque composto e ben noto nel 1440). La Venezia qui descritta è meravigliosa, anch’ io , come certamente altri lettori, ho ricordato la città sotto la neve, quando i fiocchi ammorbidiscono le volute dei marmi delle facciate e degli architravi, ” l’intero scenario sembrava sospeso in un sogno…” il personaggio principale descrive bene e ‘respira’ l’atmosfera dell’umanesimo più coraggioso, gli anni delle prime stampe a caratteri mobili; sono citati Bembo, e Aldo Manuzio ,con il delfino intrecciato con l’ancora, si prepara la Lega di Cambrai e in ultimo sta per arrivare a Venezia Erasmo. Che dire? Di tutto e di più, del resto è vero che questo “tanto” fu davvero la realtà di quegli anni, e da qui l’autore fa uscire l’indagine di Mathias , aiutato dal giovane Lorenzo, a capire come e dove sia nascosto a Venezia, fra gli intrighi delle diverse famiglie e fazioni, il famoso libro che cambierà la vita della Chiesa e del potere di Roma (la falsa donazione di Costantino, di Lorenzo Valla.). Insomma: un libro difficile , ogni tanto di faticosa lettura, ma è bello quando un libro che inizi a leggere pensando a una ‘evasione’ poi ti spinge a rivedere e ripercorrere studi e letture del passato. Anche per questo attribuisco tutte le 5 stelle.Per parte mia, ho ritrovato , acquistato anni fa fra i ‘classici della Bur”, l’originale latino del testo in questione (introduzione, traduzione a fronte e note di Olga Pugliese): che consiglio a chi voglia approfondire lo studio storico e filologico , dopo questo bel romanzo.
Un talento utilizzato solo in parte
Ho letto ultimamente buona parte della produzione di Riccardo Bruni, con alterno gradimento. Gli va riconosciuto un impegno civile importante nella scelta dei temi e la capacità di costruire intrecci complessi su cui sviluppare la narrazione. Solo che troppo spesso il mezzo diventa il fine e la complessità dell’intreccio finisce con l’andare a discapito della verosimiglianza e della stessa forza argomentativa.In questo romanzo, il cui spunto originario era fra quelli più impegnativi – il calderone di fede ed interessi materiali dal cui ribollire è nata la Riforma Protestante – ed in cui la scelta dell’ambientazione veneziana costituiva un’intuizione particolarmente felice (per il carattere di frontiera culturale di quella Repubblica), la narrazione stenta particolarmente a decollare. Più di metà del romanzo si perde in una miriade di episodi, ogni capitolo finisce con l’andare in una direzione diversa, lasciando il lettore perplesso. Verso la conclusione, come quasi sempre nei libri di Bruni, il ritmo si fa più serrato e la trama più compatta ed avvincente nella lettura. Ma bisogna arrivare quasi alle ultime pagine per trovare uno scioglimento in qualche modo unitario. Capisco la suspense, capisco il compiacimento nel tessere molti fili contemporaneamente, ma ripeto: mi sembra che il mezzo utilizzato finisca con il sostituirsi al fine narrativo e con il nuocere alla sua dinamica equilibrata.Un peccato, perchè il tema era bello, originale ed intellettualmente affascinante e la figura del monaco protagonista riassume bene le molte tensioni che attraversarono il corpo della Chiesa in quei decenni: Matias Munster è, molto trasparentemente, un’allegoria di Martin Lutero, anche nelle vicende private. E, in certi momenti, si sente in filigrana un’eco de Il nome della rosa. Un bello spunto, una cultura sottostante notevole, una ricchezza immaginativa fuor del comune, ma troppo di tutto e manca l’equilibrio d’insieme.
Ottima scelta
Gran bella sorpresa,come ha già scritto qualcuno, il Leone e la Rosa. Naturalmente dipende dal gusto di ognuno; nel mio caso questo lavoro tocca appieno le mie corde piu’ profonde, quanto meno nella scelta del tema. L’ambientazione è ottimale, la descrizione delle atmosfere, se pur semplice e senza frondoli, scevra da voli pindarici di retorica o sfoggio di arte oratoria, trasporta il lettore in una venezia invernale lasciandone intuire a ogni passo la magia e i suoni che essa rievoca.Molto è stato preso, quanto meno come idee, dal Nome della Rosa, come altri hanno scritto. Ma una differenza che mi è subito balzata agli occhi, oltre alle piu’ evidenti naturalmente, è stata che nel Leone e La rosa i dialoghi non sono cinematografici. Ossia il tempo delle discussioni e delle chiacchierate lungo le calli non sembra rispettare il tempo del tragitto. Cosa a cui Eco stette invece molto attento. Ma questa mia critica, sciocca e di nessun valore, sta a significare che c’è davvero poco da criticare in questo splendido lavoro. Concludo dicendo che la scelta del Casus Belli su cui il romanzo basa la sua trama è geniale e avvincente. Bravo Causabon, complimenti davvero. Lo consiglio a chiunque. In fede, Mario Bertucci
The copy I received has numerous misprinted pages. When you transition from one page to another, the writing is not continuous. It’s as if a line is missing somewhere. This happens every second or third page so far.
Complimenti per questo romanzo molto piacevole e ricco di stimoli. Mi auguro di leggere presto altri lavori di casaubon uno scrittore o una scrittrice di talento