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Un saggio amaramente ironico e sorprendentemente in linea con gli attuali scandali della magistratura. Ha uno stile brioso a tratti ironico, soprattutto non tecnico perché è destinato principalmente ai non addetti ai lavori che vogliono saperne di più su cosa succede dentro i tribunali.L’incipit è rappresentato da una metafora calcistica, accosta la figura degli arbitri di calcio ai magistrati per rilevarne le similarità comportamentali, entrambi arbitri di una contesa, calcistica i primi, giudiziaria i secondi. Un’analisi che muove da esperienze di vita professionale e riflessioni generali sul sistema giustizia e sulla differenza fra verità ontologica e verità argomentativa. Si punta l’attenzione sulla superficialità con cui si amministra la giustizia e sugli errori che ne derivano. Il genere è molto vicino al libro del magistrato Giacomo Ebner dal titolo “Dodici qualità per sopravvivere in Tribunale”. Si evidenziano gli errori dei giudici nel settore civile alla stregua del programma televisivo della domenica sera su RAI 3 dal titolo “Innocenti” che si è occupato degli errori nel settore penale.Attraverso il racconto di fatti veramente accaduti, si tratteggia anche il frustrante rapporto dell’avvocato con i limiti culturali e intellettivi di una certa categoria di clienti, nonché la incapacità di una frangia dell’avvocatura che può continuare ad esistere proprio per la casualità che spesso connota le decisioni dei giudici. Aiutandosi con riferimenti ad autori di alto profilo (Eco, Cipolla, Erasmo da Rotterdam, Sciascia), fa un salto nel campo della stupidità umana che è diffusa nella nostra società più di quanto si possa immaginare. Chiude il cerchio cercando le cause di questa stupidità e di una certa mediocrità nel malfunzionamento della scuola.
ASIN : B098G8X7K8
Editore : Independently published (1 luglio 2021)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 67 pagine
ISBN-13 : 979-8504772707
Peso articolo : 154 g
Dimensioni : 15.24 x 0.41 x 22.86 cm
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Lo scandaloso pianeta della giustizia italiana
Un libro che per la prima volta racconta , servendosi di esempi non immaginari ma frutto della pratica legale dell’autore, alcune scandalose sentenze nonchè le condotte illogiche ed arroganti di alcuni giudici. Ne viene fuori un quadro sconfortante del lavoro di un legale e l’inutilità della sua preparazione universitaria di fronte all’avvilimento di ciò che accade in un’aula giudiziaria.