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Aristocle è un ex schiavo, forse di origine greca, acquistato da bambino da una coppia di Romani come compagno di giochi per il figlio. Preso in simpatia dal precettore del ragazzo, ha imparato a leggere e scrivere, e grazie a intelligenza e curiosità non comuni si è fatto un’ampia cultura. Quando, ventenne, si affranca dalla schiavitù, gli accade qualcosa che condizionerà il resto della sua vita. Diviene scrivano di Cesare. A lui il grande Romano detterà i commentari sulle campagne in Gallia. Roma sta attraversando una profonda crisi. Le fazioni di ottimati e popolari si contendono il potere senza esclusione di colpi. Molti pensano che la più grande potenza del mondo conosciuto decadrà o rinascerà grazie a un uomo eccezionale. Cesare è convinto di essere quell’uomo. Straniero, dotato di raro acume, Aristocle è nella condizione ideale per osservare Cesare con sguardo consapevole. Non lo ama, ma non riesce a detestarlo. Ne ammira il coraggio, l’intelligenza, le capacità di stratega, la determinazione, l’abilità politica, ma diffida della cinica ambizione che piega tutto al proprio volere. Né gli sfuggono la vanità, la spregiudicatezza con cui rielabora i fatti, facendo giungere a Roma notizie di trionfi militari per nascondere il fallimento delle campagne in Britannia. La vita di Aristocle cambia di nuovo quando viene mandato a Piacenza presso un amico di Cesare con l’opera che consegnerà le sue imprese ai posteri: quella che tutto il mondo conoscerà come “De bello gallico”. Audace condottiero o politico spregiudicato? Storiografo obiettivo o manipolatore? Seduttore seriale o profondo intellettuale? Chi è davvero Cesare? Aristocle lo racconta in un libro che comincia a scrivere di nascosto mentre gli è ancora accanto. Nell’offrire un ritratto suggestivo e documentatissimo di uno dei personaggi più affascinanti della Storia, “Lo scrivano di Cesare” racconta il Potere in tutte le sue declinazioni: campagne militari, relazioni amorose, strategie di comunicazione.
Dall’editore
Un grande romanzo storico e di formazione, ma anche una potente meditazione filosofica e un racconto sul potere in tutte le sue declinazioni.
Pur nella precisione della documentazione storica, Lo scrivano di Cesare è una sottile riflessione letteraria sull’inclinazione che oggi invade più di ogni altra il campo delle narrazioni: il racconto di se stessi.
(Gennaro Serio, Il Venerdì)
Cesare era convinto di discendere da Enea e dal re Anco Marzio, si sentiva l’uomo della provvidenza di cui aveva bisogno Roma. Ieri, come oggi, come domani, le forme del potere sono sempre le stesse.
(Ugo Cundari, Il mattino)
Editore : Mondadori (1 giugno 2021)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 216 pagine
ISBN-10 : 8804737255
ISBN-13 : 978-8804737254
Peso articolo : 390 g
Dimensioni : 13.8 x 2.3 x 23.4 cm
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Libro avvincente. Assolutamente da leggere
Ho letto il libro velocemente perché mi ha subito appassionato. Sullo sfondo della vicenda storica legata alle gesta di Cesare durante la campagna militare in Gallia, si dipana la vicenda di un ex schiavo di nome Aristocle che diventa scrivano del condottiero. Aristocle ci permette di vedere la storia che tutti conosciamo da un punto di vista completamente diverso. Le imprese gloriose celebrate da Cesare nei suoi scritti spesso appaiono diverse dalle realtà Dietro l’auto celebrazione di Cesare si nascondono atti di crudeltà , soprusi che il grande imperatore cela per mostrarci solo la grande magnificenza delle sue conquiste. Aristocle con le sue profonde riflessioni mette in luce le ombre e le contraddizioni del potere non così diverse dalle vicende odierne.
noioso e saccente
Faticosa la lettura, con solo qualche curiosità rispetto a informazioni già note. Saccente la rivisitazione del personaggio storico.
pessimo
E’ di una noia mortale già dalle prime pagine, non si può leggere, da restuire
Coinvolgente e profondo
Consigliato a chi ama la storia e la filosofia
Banale
Noioso. Argomento difficile, comunque brutto.