Product Description
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Germania, 1939. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel scorge un libriccino nascosto nella neve e lo ruba. Comincia così la storia di una piccola ladra e del suo amore per i libri, che diventano un talismano contro l’orrore che la circonda. Per salvarli, è pronta a strapparli ai roghi nazisti o a sottrarli dalla biblioteca della moglie del sindaco. Ma quando la famiglia putativa di Liesel accoglie un ebreo in cantina, tutto cambia: il mondo della ragazzina diventa all’improvviso più piccolo. E, al contempo, più vasto.
ASIN : B017933O2Q
Editore : SPERLING & KUPFER (3 novembre 2015)
Lingua : Italiano
Dimensioni file : 1730 KB
Da testo a voce : Abilitato
Screen Reader : Supportato
Miglioramenti tipografici : Abilitato
Word Wise : Non abilitato
Memo : Su Kindle Scribe
Lunghezza stampa : 526 pagine
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Una foresta di parole
Se inizi un libro in cui il narratore è la Morte e il contesto è la Seconda Guerra Mondiale in Germania e la protagonista è una bambina deliziosa, ti prepari a piangere.In questo caso, però, scopri presto che prepararti non serve a niente: per quanto la Morte ti annunci fin dallâinizio chi prenderà , come e quando, non riesci in nessun modo a non affezionarti a questi personaggi così sfaccettati, così imperfetti, così umani, e alla loro realtà di carne e parole.à una storia sullâavvento del nazismo, è una storia sulla vita in una famiglia tedesca, è una storia dâamore â di quelle che ti spezzano il cuore, in cui lâamore è puro e ricambiato e non ha comunque modo di esternarsi -; ma è soprattutto una storia sulle storie, ed è questo, secondo me, che rende La bambina che salvava i libri qualcosa di unico, irripetibile, imperdibile.Hitler è un pugile che sceglie le parole come pugni e con esse incanta i tedeschi; Max è un ebreo che sceglie le parole come nuvole e con esse arriva al sole; Liesel è una bambina che non sceglie le parole: sono le parole a scegliere lei. E le ama e le odia ma soprattutto spera di aver usato le parole giuste.Non credo possa esistere modo migliore per spiegare il potere della parola e dello spirito, come lo chiamava Mann, il potere delle storie, tutta lâumanità in poche pagine illustrate sui fogli sbiancati del Mein Kampf – e non solo come pugno ben assestato ad Hitler, credo, ma anche come riaffermazione della propria identità , della guerra che soprattutto chi è oppresso combatte con più forza almeno dentro di sé; non credo esista dichiarazione di indipendenza, di libertà , di umanità più divina di questo libro che fa inchinare anche la Morte, che ci racconta tutto questo perché il libro con la storia di Liesel che ha portato con sé per tanto tempo si sta rovinando e nel ripeterlo vuole memorizzarlo â vuole rivitalizzarlo, proprio lei che con la vita ha poco a che spartire. Come facevano una volta gli aedi e i rapsodi, mi viene da pensare. Come hanno sempre fatto gli uomini, da quando hanno iniziato a chiamarsi uomini, e come sempre faranno, se vogliono continuare a chiamarsi uomini.Ed è tramite Liesel che la Morte conosce Max, conosce Hans e Rosa, genitori adottivi â un papà che è la sua fisarmonica, una mamma che sa dare con un insulto più di quanto altri sappiano dare con un complimento -, è tramite Liesel che la Morte conosce tutta la cittadina di Molching, ma soprattutto è tramite Liesel che la Morte conosce Rudy, e non importa che il lettore sappia fin dallâinizio cosa gli accadrà :âQuel ragazzo mi fa sempre uno strano effetto. Ogni volta. à il suo unico difetto: mi fa male al cuore. Mi fa piangere.âSe lo dice la Morte, figuratevi il lettore.Eppure, non è una valle di lacrime, questo libro, perché lâinsegnamento di fondo è che non siamo nati in una valle di lacrime: siamo nati in una valle di parole.Perciò ecco i sapori dissonanti, quelli che rendono questo libro un cibo dellâanima: lâironia con cui la Morte condisce tutto â che non è amara; la divisione in parti al cui inizio viene già detto tutto ciò che accadrà , e che però non cessano comunque di sorprendere; i lemmi del vocabolario della Morte, che pure sono gli stessi del vocabolario umano; i furti di libri di una bambina analfabeta, che in quel libri cristallizza tutta la sua vita; i piccoli momenti che la Morte ci rivela, le informazioni di cui ci mette a parte, il suo ultimo, strabiliante segreto, confidato a Liesel mentre la porta via per sempre:âSono perseguitata dagli esseri umani.âNon è una valle di lacrime: è una valle di parole.Sulle pareti di una cantina dove una bambina ha scoperto che tutto lâessere umano, in fondo, è composto da un seme di parole che sta a noi decidere come far crescere.Una foresta, in quella valle, e mille libri come questo appesi ai suoi rami.
Emozionante e indimenticabile
Be’, di certo non si può dire che questo libro non ti devasti emotivamente.Forse c’è da aspettarselo, visto il periodo storico in cui è ambientato (nazismo) e chi ce lo narra (la Morte).Ispirandomi alla nostra narratrice che spinta da un moto di compassione nei nostri confronti spesso ci svela quello che di là a breve succederà (tanto per prepararci meglio) meglio mettere subito in chiaro una cosa: questo libro vi farà piangere. A dirotto. Anche a ore di distanza dall’averlo concluso.La storia segue le vicende di Liesel Meminger e della sua famiglia adottiva dal 1939, anno in cui arriva nel paesino immaginario di Molching, nei pressi di Monaco, al 1943.Il punto di vista è quello di una famiglia tedesca alle prese con il nazismo e la Guerra con tutto cio’ che ne consegue: povertà , sofferenza, atti di egoismo, atti di altruismo, dolore ma anche luminosi momenti di gioia.Tenetevi a mente questi nomi:Hans Hubermann e Rosa Hubermann: genitori adottivi;Rudy Steiner: migliore amico;Max Vandeburg: cittadino tedesco ebreo.Loro in particolare, insieme a Liesel, vi entreranno nell’anima e non se ne andranno mai più.Ci sono libri che verranno rubati e altri che verranno scritti e donati. Libri e parole che verranno salvate e che salverannoIndimenticabile e consigliatissimo.
Quattro alla storia ma tre allo stile
Mi è piaciuta la storia e moltissimo i personaggi, a cui non puoi non voler bene. Ma lo stile narrativo è noioso. Frasi buttate là , spoiler (un libro che si spoila da solo non si era mai sentito) e tante parole, forse troppe, anche per raccontare cose poco utili alla storia.Bello, per carità , ma avevi aspettive più alte
Ok
Ok
Storia di una ladra di libri di Mark Zusek
“Volevo domandarle come potesse una medesima cosa essere terribile e splendida allo stesso tempo, e le sue parole dure e sublimi insieme.”Credo che le stesse parole di Mark Zusak riassumano perfettamente lo stato d’animo di chi arriva all’ultima pagina di questo libro.Ammetto di non essere un’amante di questo genere, credo di aver letto talmente tanti libri sull’Olocausto e la Germania nazista a scuola che ho deciso inconsciamente di starne alla larga il più a lungo possibile. Ma quando arriva una storia come questa diventa davvero impossibile farlo.Storia di una ladra di libri, che forse qualcuno conosce come La bambina che salvava i libri, è una storia dolce e crudele, realistica ma anche sognatrice che regala uno scorcio di una famiglia qualunque in una cittadina tedesca in cui non mancano quei personaggi stravaganti che renderanno il soggiorno della piccola Liesel per nulla noioso. L’ho trovato estrememente originale (ho voluto rileggere il prologo due volte prima di proseguire, per essere certa di aver compreso l’idea dell’autore), con una scrittura diretta, a volte dolce, a volte tagliente, e sommersa di metafore e similitudini.
Molto drammatico
Tutto sommato un bel libro.. ma leggermente pesante
à una poesia
Trama che stimola la riflessione sotto diversi punti di vista. Storico per non dimenticare la drammaticità di certi eventi ed umano perché ci ricorda che l’amore per la cultura ha mosso l’umanità anche davanti a tragedie inenarrabili.
interessante
Complessivamente un buon libro, indubbiamente lungo, forse troppo poiché, accanto a parti scorrevoli e coinvolgenti, vi sono capitoli lenti, quasi noiosi; la parte iniziale è quella che può sia scoraggiare che interessare di più, in quanto non si capisce subito chi sia il narratore.Il formato è 17,5 x 10,5 cm, carta ruvida, paglierina, con grammatura non molto elevata, tanto da vedere i caratteri in trasparenza, la stampa è comunque buona ed i caratteri ben leggibili.
Libro emozionante. Ti fa scoprire il valore dell’amicizia e la crudeltà della guerra allo stesso tempo. Da non escludere poi la bontà umana di una famiglia non di sangue, gli Hubermann, forse l’unico raggio di sole in un mondo oscuro.
libro che ha avuto un sccesso incredibile, e sicuramente meritato…. mi è piaciuto molto, ma alla fine cala un po’….