“Ridateci i nostri risparmi!”. La preghiera dei cinesi davanti alle loro banche
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Lo scandalo delle banche in Cina e il mito della crescita che svanisce. Così il paese, tra la politica sul virus e l’instabilità economica, infrange il suo stesso patto sociale
La Banca centrale cinese ha fatto sapere ieri che il 93 % degli istituti finanziari cinesi sono sicuri, hanno i loro asset disponibili, e insomma non c’è motivo di preoccuparsi. Ma al contrario, la preoccupazione aumenta. Soprattutto dopo che i clienti di sei piccoli istituti di credito nello Henan, nella Cina centrale, si sono visti negare l’accesso a decine di miliardi di yuan sin da aprile. I loro depositi erano stati congelati senza spiegazioni, e le autorità bancarie locali hanno preso provvedimenti soltanto dopo che la notizia era uscita sui giornali nazionali. Domenica scorsa decine di persone si sono ritrovate davanti alla sede della Banca popolare cinese di Zhengzhou, la capitale della provincia dello Henan, alle 4 del mattino – per evitare il controllo delle autorità – e hanno protestato pacificamente con slogan e cartelli: “Ridatemi i miei risparmi!”.
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Redazione , 2022-07-15 06:00:00 ,
www.ilfoglio.it