estate
Mezzogiorno, 14 agosto 2022 – 07:48
Ordinanza del sindaco, i rilievi dell’Arpac evidenziano la presenza di enterococchi ed escherichia coli. Stop ai bagni anche a Ferragosto
di Fabrizio Geremicca
Dalla Bandiera Blu al divieto temporaneo di balneazione per inquinamento. la parabola malinconica della spiaggia di Marina Grande, a Sorrento. A maggio era uno dei tre tratti della costa sorrentina insignito del riconoscimento della Fee, l’organizzazione che assegna le Bandiere Blu. A cavallo di Ferragosto, nel pieno della stagione turistica, al centro della ordinanza emanata ieri dal sindaco Massimo Coppola, il quale ha dovuto prendere atto dei risultati delle analisi effettuate dall’Arpac il 10 agosto, le quali hanno evidenziato enterococchi intestinali ed escherichia coli (batteri spia della contaminazione con acque fecali) nel punto Marina Grande lato est ben oltre la soglia da non superare per la balneabilit. L’ordinanza del primo cittadino, peraltro, non la prima quest’anno relativa a quel tratto di litorale. Gi a luglio, infatti, Coppola era stato costretto a firmare un analogo provvedimento di divieto di balneazione a Marina Grande, sempre sulla scia di esiti sfavorevoli dei campionamenti effettuati dall’Arpac.
I monitoraggi
Anche a maggio quella zona era risultata inquinata a seguito di uno dei periodici monitoraggi dell’agenzia per la protezione ambientale della Campania. Marina Grande del resto da tempo sotto i riflettori delle associazioni ambientaliste. Il Wwf ha pi volte denunciato la presenza di scarichi abusivi in un rivo che dall’entroterra raggiunge la spiaggia ed il mare e questo aiuterebbe a spiegare la circostanza che ci sono stati sforamenti in passato anche in assenza di acquazzoni. I quali, va pur detto, hanno certamente contribuito ad inquinare nei giorni scorsi il mare sorrentino di Marina Grande, quello di Sant’Agnello, di Meta e di Vico Equense nei tratti (Punta San Francesco, Purgatorio, da Santa Maria del Toro a Seiano) nei quali il 10 agosto l’Arpac ha rilevato concentrazioni di batteri fecali tali da sconsigliare di immergersi.
Dopo il maltempo
I temporali, infatti, hanno attivato gli sfioratoi di troppo pieno necessari ad impedire che le fogne scoppiassero a fronte della portata idrica che aumentata in maniera imponente laddove non c’ una separazione tra acque bianche e nere. Hanno inoltre gonfiato alvei e canali che sfociano a mare e nei quali non di rado si immettono abusivamente scarichi fognari non depurati. Le immagini girate durante i temporali da chi era in zona, sotto questo aspetto, sono emblematiche: cascate di acqua marrone sgorgavano dalla falesia; il Rivo d’Arco, a Seiano, era un fiume in piena di acqua scura e schiumosa. La verit – commenta Claudio d’Esposito, referente del Wwf in penisola sorrentina – che la questione del mare va inquadrata in un discorso pi complessivo. L’abusivismo edilizio, per esempio, moltiplica gli scarichi e si tratta di reflui che spesso non vanno a depurazione. La cementificazione del territorio ed il consumo di suolo agricolo per costruire parcheggi e box interrati al posto di agrumeti e giardini hanno diminuito drasticamente la capacit del suolo di assorbire le acque di temporale. Il saccheggio del territorio, la distruzione sistematica del verde e del paesaggio presentano sempre un conto salato.
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14 agosto 2022 | 07:48
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