in citta’
Mezzogiorno, 2 luglio 2022 – 08:14
Intesa inapplicata, i gestori dei lidi: «Mai firmato nulla». E i controlli non funzionano. Sulla spiaggia delle Monache la conta dei bagnanti non è mai iniziata
di Fabrizio Geremicca
Il primo giorno di applicazione del contestatissimo dispositivo varato dal Comune di Napoli, in accordo con l’Autorità portuale, per il numero chiuso sulle spiagge libere di Palazzo Donn’Anna (24 ingressi complessivi, metà dal Bagno Elena e metà dall’Ideal) e delle Monache (400 posti il tetto) si è risolto in una falsa partenza. Gran parte dei punti che erano previsti nel protocollo di intesa siglato da palazzo San Giacomo e dall’Autorità portuale con il coinvolgimento dei gestori dei lidi in concessione adiacenti le due spiagge libere sono rimasti, infatti, inapplicati. La conta dei bagnanti nella spiaggia delle Monache è saltata, o meglio non è mai iniziata. «Vede — commenta uno dei gestori del Bagno Sirena, adiacente l’arenile comunale, che secondo il Comune dovrebbe farsi carico dell’applicazione del numero chiuso — noi non abbiano neppure ricevuto il protocollo d’intesa che avremmo dovuto firmare. Ci siamo limitati a partecipare ad un incontro alcune settimane fa, poi basta».
Nessun controllo
E incalza: «Secondo il Comune dovremmo garantire anche il salvamento sulla spiaggia libera qui a fianco. Bene, servono altri 4 bagnini. Se li assumono loro, va benissimo». Disapplicata anche la regola secondo la quale gli stessi gestori avrebbero dovuto verificare che non accedessero alle spiagge libere i minorenni non accompagnati. «Io non ho alcuna autorità per chiedere il documento di identità», dice l’addetto alla vigilanza all’ingresso del lido Ideal, uno dei due accessi previsti per chi si reca alla spiaggia libera adiacente palazzo Donn’Anna. Inattuata anche la parte del protocollo secondo la quale il Bagno Elena dovrebbe consentire a chi è diretto alla spiaggia Donn’Anna di scendere dall’ingresso principale del lido in concessione, quello su via Posillipo. Il vigilante ha dirottato tutti verso l’accesso secondario, quello dai gradini Sermoneta.
Il campanello
Come sempre, i bagnanti hanno dovuto bussare ad un campanello, attendere che arrivasse il paziente bagnino, strisciare sotto il basso pontile che si inoltra a mare e raggiungere la spiaggetta. Unica novità, hanno dovuto registrarsi su un foglio bianco all’ingresso. Raggiunta la capienza di 12 persone è toccato al bagnino dire no a nuovi ingressi. Ne hanno fatto le spese per primi a metà mattinata due ragazzi ed una ragazza che sono stati costretti ad andare via nella calura senza potersi concedere un tuffo. Se alla vigilia, dunque, sussistevano dubbi oltre che sulla opportunità anche sulla praticabilità del numero chiuso, nella giornata di esordio (caratterizzata peraltro da un afflusso piuttosto contenuto alle due spiagge) sono cresciuti in maniera esponenziale. Anche perché — giova ribadirlo — un numero chiuso che non preveda limiti orari di permanenza sull’arenile non garantisce neanche quel minimo di turnazione che lo renderebbe meno intollerabile.
Comune assente
Aggrava le perplessità la circostanza che nella mattina di ieri non si è visto in prossimità delle spiagge un solo rappresentante del Comune (eppure esiste un settore Risorsa Mare) non fosse altro per monitorare la situazione. Non si ferma, intanto, la mobilitazione dei comitati che contestano il provvedimento concordato tra Comune ed Autorità portuale. Ieri hanno di nuovo manifestato in piazza Municipio ed hanno piazzato ombrelloni e sedie a sdraio davanti a Palazzo San Giacomo. Chiedono la revoca del numero chiuso e sottolineano: «Il problema del sovraffollamento delle spiagge pubbliche si risolve allargandole, non riducendo ulteriormente il diritto al mare dei napoletani. Si rimuovano cancelli e ostacoli privati che illegittimamente impediscono l‘accesso al mare».
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2 luglio 2022 | 08:14
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