I genitori delle studentesse finite in ospedale in diverse province dell’Iran, per quello che a tutti gli effetti sembra un avvelenamento di massa, sono scesi in strada a protestare a Teheran e in diverse altre città del Paese.

Il timore che man mano che passano i giorni diventa certezza è che si tratti di una vera e propria campagna, secondo alcuni volta a colpire l’istruzione femminile. Numerosi video sui social e media locali hanno riportato di una manifestazione spontanea dei familiari delle ragazze davanti al ministero dell’Istruzione nella capitale.

Studentesse avvelenate in Iran, il presidente Raisi: “Complotto del nemico”

03 Marzo 2023

Tra gli slogan scanditi «Guardie della Rivoluzione, Basij, siete come l’Isis!”».  Altre proteste simili in altre città tra cui Rasht. Questa protesta arriva in un momento delicato per l’Iran, dopo mesi di cortei anti-governativi repressi nel sangue dal regime.

Le giovani e le donne in generale sono state in prima fila nel movimento che chiedeva la fine dell’obbligo del volo e, di fatto, della Repubblica islamica. I social media in farsi sono pieni di foto delle ragazze che si sentono male a scuola e svengono, hanno palpitazioni o hanno nausee. L’Onu ha chiesto ieri un’indagine trasparente sui sospetti attacchi e Paesi come Germania e Usa hanno espresso preoccupazione. Teheran ha promesso di indagare, ma ha avvertito i Paesi stranieri di non interferire.