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Tanto realismo e un’autocensura nel libro dei sogni di Graham Greene

Tanto realismo e un’autocensura nel libro dei sogni di Graham Greene

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L’occasione è propizia per confessare l’orribile verità. Collocata all’inizio di un articolo dove si parla di “Un mondo tutto mio” – il libro dei sogni di Graham Greene appena pubblicato da Sellerio – la rivelazione allontanerà i possibili confitti di interesse, facendoci fare un figurone. In altre circostanze, le stesse parole ci avrebbero rivelati al mondo come materialisti privi di slanci. E sapete bene che di questi tempi non c’è etichetta peggiore. Non abbiamo mai sopportato chi si alza la mattina e a colazione racconta i sogni freschi di nottata. Siano essi amici, amiche, fidanzati, conviventi, compagni di lavoro con cui occasionalmente capita di condividere il tavolo della colazione. Abbiamo sempre trovato noiosissimi i sogni altrui (e i nostri peggio, non facciamo favoritismi e infatti quasi mai li ricordiamo). Facciamo eccezione per Graham Greene, che tenne un diario dei sogni da quando aveva 16 anni  e lo mandarono a Londra dallo psicoanalista: tipi umani che di sogni si nutrono, e si accontentano  anche di sogni inventati. 
   

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Il Foglio , 2022-11-26 05:57:00 ,
www.ilfoglio.it

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