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Vacanze infinite, si riaccende il dibattito sul lungo stop delle scuole

Vacanze infinite, si riaccende il dibattito sul lungo stop delle scuole

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Dal Pd che vuole estendere l’obbligo scolastico alle ore di educazione civica, sessuale e ambientale proposte da sinistra a destra. Dallo stop alla Dad voluto da Lega e Fratelli d’Italia all’aumento di salario promesso da Azione e Italia Viva per i docenti che restano a insegnare in zone di disagio sociale, passando per la “scuola dei mestieri” caldeggiata dal Movimento 5 Stelle. Sono tanti i problemi scolastici che i partiti promettono di risolvere nei programmi elettorali. Ma all’appello manca uno dei più importanti, che pesa sulle spalle delle famiglie per tutta l’estate: le vacanze scolastiche lunghe circa tre mesi.

Roberta Villa, medico e direttrice di Uppa Magazine, in un editoriale critica l’eccessiva durata di questa pausa estiva. Retaggio di un’Italia rurale, dice, in cui «bambini e ragazzi servivano nei campi per aiutare le famiglie nel momento di maggior richiesta di lavori agricoli». Tradizione di un’epoca ormai passata, che oggi rischia di alimentare diseguaglianze sociali. I genitori benestanti, spiega ancora la dottoressa, possono mandare i propri figli in viaggio-studio o in un campus tra sport e cultura. Poi ci sono quelli che non se lo possono permettere, che li mandano qualche settimana in oratorio, dai nonni o dalla baby-sitter mentre lavorano. Ma tre mesi sono troppi da coprire e spesso «rinunciano a fare una parte o la totalità delle vacanze insieme per alternarsi nella cura dei figli». Per evitarlo, Villa propone di usare i fondi del Pnrr per rendere le scuole vivibili anche in estate: nuovi spazi di aggregazione, garantire ai ragazzi di essere seguiti ogni stagione da personale di diverso tipo e smaltire quei 90 giorni in brevi periodi di pausa durante l’anno.

Ad avvalorare questa tesi c’è un rapporto europeo di Eurydice. Analizzando i dati dell’istruzione primaria di 42 Paesi dell’Unione si scopre che gli alunni danesi e italiani passano 200 giorni sui banchi. La nostra nazione detiene però anche il primato opposto: sono circa tredici le settimane di vacanze estive. Quasi la metà per i francesi, che ne hanno a disposizione otto contro i 160 passati a scuola. Gran Bretagna e Germania sono invece le “big” più stakanoviste: nella prima gli studenti si passano 190 giorni a lezioni e con un riposo di 45 giorni, nella seconda restano 195 giorni incollati sui testi contro appena cinque settimane in cui sono lontani dai libri.

Per la vicepreside del liceo artistico Boccioni di Milano è evidente l’anomalia italiana rispetto al resto d’Europa. «Le vacanze sono troppo lunghe – spiega – e gravano sulle famiglie. Noi abbiamo provato a lanciare diversi progetti per restare aperti anche a luglio, facendo non solo corsi di recupero per i debiti ma anche attività culturali e sportive». Confessa che però l’iniziativa non è decollata: «Appena suona l’ultima campanella i ragazzi vogliono stare lontani dall’aula per tutta l’estate ovviamente. Però se riuscissimo a fare della scuola un polo aggregativo anche a luglio, potremmo cambiare il calendario».

Sulla rimodulazione del sistema è d’accordo anche Matteo Saudino, docente di Storia e filosofia al liceo Giordano Bruno di Torino e più noto sui social con il nome di “BarbaSophia” e le sue video lezioni che negli anni hanno spopolato su YouTube. «Si potrebbe riformulare il periodo di assenza da scuola terminando il 30 giugno e ricominciando il primo settembre, con un paio di settimane di pausa tra autunno e primavera. Si andrebbe incontro alle esigenze delle famiglie, ma si favorirebbe soprattutto l’apprendimento dei ragazzi, che non staccherebbero così totalmente la spina».

Di diverso avviso è invece Alessio Mariani, docente di Filosofia e storia al liceo Matilde di Canossa di Reggio Emilia e ben più noto sulla scena rap col nome di Murubutu. «Siamo uno degli stati con più giorni di scuola – spiega – e il periodo di stacco è giusto che si concentri in estate, quando il clima in Italia non consente di rimanere in classe. Sarei d’accordo magari con l’iniziare il primo settembre, o prolungare i giorni sui banchi fino a metà giugno. Però non è vero che i nostri alunni sono troppo vacanzieri».

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LORENZO ROTELLA , 2022-08-27 01:00:00 ,
www.lastampa.it

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